Che confusione ! Sarà perchè ti amo !

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    "Questione di feeling", cantavano Mina e Riccardo Cocciante, ma già da tempo la scienza ha scoperto che l'amore è anche una questione di biochimica del cervello ed ora un nuovo studio prova a spiegare cosa c'è dietro tutte quelle sensazioni che si provano quando ci si innamora e si perde lucidità arrivando a mettere il partner su un piedistallo tanto che un antico proverbio recita "l'amore è cieco". Insomma torna in mente il verso di un'altra canzone scritta dai 'Ricchi e Poveri': "Che confusione sarà perché ti amo".


    Un questionario per gli innamorati

    È risaputo che il romanticismo modifica il cervello, rilasciando il cosiddetto ormone dell'amore, l'ossitocina, responsabile dell'euforia che proviamo quando ci innamoriamo. Ora, i ricercatori dell'Università di Canberra (Anu) e dell'Università dell'Australia del Sud hanno provato ad osservare in che modo reagisce una parte del cervello nella prima fase romantica dell'innamoramento. Si tratterebbe del primo studio al mondo, pubblicato sulla rivista Behavioral Sciences, che indaga il legame tra il sistema di attivazione comportamentale del cervello umano (Bas) e l'amore romantico.

    I ricercatori hanno intervistato 1556 giovani adulti che si identificavano come innamorati. Le domande del sondaggio si concentravano sulla reazione emotiva nei confronti del partner, sul comportamento nei suoi confronti e sull'attenzione rivolta alla persona amata rispetto ad altre cose o persone.


    Una storia antica

    Il fatto è che sappiamo ancora molto poco sull'evoluzione dell'amore romantico. "Si pensa che sia emerso per la prima volta circa cinque milioni di anni fa, dopo che ci siamo separati dai nostri antenati, le grandi scimmie. Sappiamo che gli antichi greci filosofeggiavano molto su di esso, riconoscendolo sia come un'esperienza straordinaria che traumatica. La poesia più antica mai recuperata era, infatti, una poesia d'amore datata intorno al 2000 a.C.", spiega Adam Bode, ricercatore capo e dottorando dell'Anu.

    Grazie a questo nuovo studio, i ricercatori hanno osservato che quando siamo innamorati, il nostro cervello reagisce in modo diverso rendendo l'oggetto dei nostri affetti il centro della nostra vita.

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    In effetti, studi di neuroimaging hanno mostrato che, quando siamo innamorati, alcune aree del cervello associate al giudizio critico e alla valutazione negativa tendono ad essere meno attive. Questo include parti del lobo frontale e la corteccia cingolata anteriore. Questa riduzione dell'attività può portare ad una visione idealizzata e meno critica del partner.
    Il rilascio di neurotrasmettitori

    Ma torniamo alla chimica. L'amore innescato da attrazione romantica provoca un'ondata di neurotrasmettitori, come dopamina, ossitocina e serotonina. "Conosciamo il ruolo che l'ossitocina gioca nell'amore romantico, perché ne facciamo circolare ondate attraverso il nostro sistema nervoso e il flusso sanguigno quando interagiamo con i nostri cari", spiega nello studio Phil Kavanagh, accademico dell'Università di Canberra e professore associato aggiunto dell'Università dell'Australia del Sud.

    "Il modo in cui le persone care assumono un'importanza speciale, tuttavia, è dovuto alla combinazione dell'ossitocina con la dopamina, una sostanza chimica che il nostro cervello rilascia durante l'amore romantico. In sostanza, l'amore attiva percorsi nel cervello associati a sentimenti positivi".

    Non è mai troppo tardi, l'amore arriva anche a 70 anni :fac:


    Le ricerche italiane sul ruolo della dopamina

    Su questo filone indaga da tempo anche un gruppo di ricercatori italiani guidati da Donatella Marazziti, docente di psichiatria all'università di Pisa ed esperta della neurobiologia dell'innamoramento. Nell'ultimo lavoro sul tema, pubblicato sulla rivista americana CNS spectrums, si è visto che nel cervello degli innamorati c'è un aumento di dopamina.

    "Questa modificazione della dopamina - spiega Marazziti - sarebbe alla base della gioia, dell'aumento di energia, del desiderio di unione psichica e sessuale con l'altro e, in generale, del piacere legato alla relazione. Non ci sono dubbi che l'innamoramento sia una forma transitoria di follia perché siamo costantemente su di giri, spesso euforici, o alterniamo momenti di gioia ad altri di sconforto estremo se il partner ci tiene sulla corda, il pensiero è costantemente rivolto all'altro che trasfiguriamo come l'essere più straordinario che esista sulla faccia della terra. Perdiamo interesse nelle attività quotidiane che ci sembrano tutte inutili e banali, dato che il nostro unico interesse è stare con l'altro".

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    Differenze di genere nell'innamoramento

    Uomini e donne amano in modo diverso: ci sono differenze anche a livello biochimico? "In realtà - risponde Marazziti - non ci sono differenze nella fase dell'amore romantico. Anzi gli ormoni tendono ad essere molto uniformi nei due sessi: per esempio, nell'uomo si riduce il testosterone mentre nelle donne aumenta come se entrambi dovessero perdere alcune caratteristiche per incontrarsi a metà strada. Ma nella fase matura del rapporto lo stile di attaccamento femminile è molto più potente perché produciamo più ossitocina rispetto all'uomo".

    Anche il nuovo studio australiano prevede una fase successiva in cui indagare sulle differenze tra uomini e donne nel loro approccio all'amore e un sondaggio mondiale che identifichi quattro diversi tipi di amanti romantici.

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    Quanto dura l'euforia

    Come molte coppie stabili sanno bene, l'idealizzazione del partner non dura nel tempo perché nei rapporti a lungo termine, si osserva un maggiore coinvolgimento dell'ossitocina e una diminuzione della dipendenza dalla dopamina, spostando l'accento dalla passione all'attaccamento. Dunque, l'amore non solo confonde il cervello ma lo trasforma, modificando la nostra percezione e le reazioni emotive.

    Che cosa succede al nostro corpo quando ci innamoriamo

    "Anche se la tempesta ormonale tipica della prima fase scatena emozioni che vorremmo provare tutti

    i i giorni - sottolinea la neurobiologa - è una condizione che non dura perché il nostro organismo non può tollerarlo a lungo nel tempo. Del resto, più si sale nella scala zoologica, più è 'costoso' amare qualcuno in termini di energia neurobiologica ed è per questo che ci innamoriamo di una sola persona per volta. Perciò, la passione lascia il posto all'attaccamento con un aumento dell'ossitocina che è un potente attivatore della dopamina".



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