Martin Eden

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    Il nono film della lista è un film un po' azzardato a quanto pare. Martin Eden infatti divede la critica, soprattutto italiana, ma a mio avviso un lavoro degno di nota. Quindi confermo la scelta inserendo il lavoro di Pietro Marcello nella mia lista. Vi lascio anche un piccolo articolo della critica americana nei riguardi del film.

    L’ambizione di Pietro Marcello è smisurata e altrettanto coraggiosa: il suo cinema totalmente anticonvenzionale, fluido, mai schiavo di logiche narrative ed estetiche si confronta con uno dei capisaldi della letteratura del ‘900, il romanzo omonimo di Jack London.
    “Il romanzo degli autodidatti e di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione, restandone in parte deluso”, spiega lo stesso regista insieme al co-sceneggiatore Maurizio Braucci, ma anche “il ritratto di un artista di successo che smarrisce fatalmente il senso della propria arte”.

    Dopo Il passaggio della linea, La bocca del lupo, Bella e perduta, Pietro Marcello continua il suo percorso di cineasta capace di rintracciare nella nostalgia di immagini e suoni nascosti nella memoria il senso di una narrazione ambientata idealmente lungo tutto l’arco del ‘900: ancora una volta si serve di innumerevoli materiali di repertorio (tra questi anche lo sfrenato ballo di due ragazzini napoletani già utilizzato recentemente da Patierno in Camorra) per imbastire una sinfonia visiva capace di dare respiro alle ossessioni, ai ricordi, alle contrapposizioni dell’inquieto antieroe protagonista, un Luca Marinelli totalizzante anche a rischio di qualche momento un poco sopra le righe.

    Martin Eden – pur traslando il raggio d’azione dalla California ai vicoli di Napoli – si apre “ideologicamente” in maniera molto forte (con un filmato di repertorio dell’anarchico Errico Malatesta durante la manifestazione a Savona del 1° maggio 1920) e mantiene intatto lo spirito del testo originario, senza dimenticare la centralità di un personaggio come Russ Brissenden (Carlo Cecchi), anziano intellettuale e mentore del protagonista, e mettendo in risalto le contraddizioni cruciali che hanno accompagnato il secolo scorso, dal ruolo della cultura di massa al rapporto tra individuo e società, tra socialismo e individualismo, fino alla lotta di classe e all’ipocrisia di certi ambienti.
    Non è un film perfetto, né magniloquente, forse fiaccato da una seconda parte in cui alcuni snodi drammaturgici pagano lo scotto di un didascalismo appena accentuato, ma resta vivo nello sguardo anche a distanza, impresso come l’immagine di un antico veliero che si inabissa all’improvviso. In un mare, quello della memoria, che Martin Eden affronterà ancora una volta, l’ultima. A testa alta.
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    Trama
    Martin Eden
    Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo e qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un'ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e - influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden - si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e con il suo mondo borghese...


    "Martin Eden", grande successo di critica negli Stati Uniti

    Il film di Pietro Marcello con lo straordinario Luca Marinelli - Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 – sta avendo un grandissimo successo negli Stati Uniti dove è uscito lo scorso 16 ottobre.

    Un film nel quale Pietro Marcello attinge alla letteratura e ambienta, in un tempo sospeso, le vicende del protagonista del romanzo di Jack London, Martin Eden, e, con uno stile totalmente libero e personale, racconta la storia di chi si forma attraverso la cultura incontrata lungo la strada e crede nella cultura come forma di emancipazione. Martin Eden è una produzione Avventurosa e IBC Movie con Rai Cinema in coproduzione con Shellac Sud e Match Factory Productions.

    Martin Eden, un successo di critica
    La critica americana esalta “Martin Eden”. Secondo Rolling Stone il film sembra “un capolavoro italiano perduto degli anni '70” e su Luca Marinelli non ha dubbi: “Nessun altro avrebbe potuto interpretare Martin con tanta anima o profondità”. E’ sulla stessa lunghezza d’onda The New York Review che commenta così: “E’ un film che arriva come un fulmine a ciel sereno, traboccante di idee, come il suo eroe. Una favola enigmatica che fonde una visione animista dell'Italia rurale con una sorta di cinema verité commedia dell’arte”. Gli fa eco il prestigioso Chicago Tribune secondo il quale Martin Eden “è un racconto senza tempo, un film con un grande peso sia cinematografico sia filosofico, il che lo rende un’opera dal piacere raro”. Il Los Angeles Times non ha dubbi: “Un film vibrante e appassionato, una vetrina abbagliante per Luca Marinelli che offre una magnetica interpretazione”. Anche Literary Hub esalta le doti di Marinelli che “in maniera straordinaria trasforma Eden da un sognatore esuberante, emotivo e in qualche modo ancora represso in un uomo non molto più anziano, ma così gravemente disilluso e malato che sembra invecchiare su una linea temporale accelerata”.
     
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    CITAZIONE (ElenaElena @ 9/11/2023, 10:16) 
    Vi lascio anche un piccolo articolo della critica americana nei riguardi del film.

    L’ambizione di Pietro Marcello è smisurata e altrettanto coraggiosa: il suo cinema totalmente anticonvenzionale, fluido, mai schiavo di logiche narrative ed estetiche si confronta con uno dei capisaldi della letteratura del ‘900, il romanzo omonimo di Jack London.
    “Il romanzo degli autodidatti e di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione, restandone in parte deluso”, spiega lo stesso regista insieme al co-sceneggiatore Maurizio Braucci, ma anche “il ritratto di un artista di successo che smarrisce fatalmente il senso della propria arte”.

    Dopo Il passaggio della linea, La bocca del lupo, Bella e perduta, Pietro Marcello continua il suo percorso di cineasta capace di rintracciare nella nostalgia di immagini e suoni nascosti nella memoria il senso di una narrazione ambientata idealmente lungo tutto l’arco del ‘900: ancora una volta si serve di innumerevoli materiali di repertorio (tra questi anche lo sfrenato ballo di due ragazzini napoletani già utilizzato recentemente da Patierno in Camorra) per imbastire una sinfonia visiva capace di dare respiro alle ossessioni, ai ricordi, alle contrapposizioni dell’inquieto antieroe protagonista, un Luca Marinelli totalizzante anche a rischio di qualche momento un poco sopra le righe.

    Quante seghe mentali si fanno questi critici per una cagata di film. Sembra la supercazzola di amici miei. :asd:
    Almeno marzullo dice qualcosa di interessante. Questi manco quello.
     
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1 replies since 9/11/2023, 10:16   39 views
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