Il grande Lebowski

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    Sesto film, qui non sfondo una porta ma un bel portone blindato
    Il grande Lebowski dei fratelli Coen. Uno dei film più iconici dei Coen di pari passo con Pulp fiction di Tarantino, anche se molto diversi. Infatti se Tarantino gioca molto su fantasiose ed articolate trame, i Coen riescono sempre a mantenere una piacevole e forse anche più pulita linea guida della trama, rendendo la visione una piacevole esperienza visiva. Ho letto molti articoli questa mattina, ma alla fine ho scelto Wired che introduce l'articolo con una frase molto dirette e d'effetto, Il grande Lebowski comporta la divisione dell' umanità in due categorie, c'è chi lo ha visto e chi mente.
    Di seguito l'articolo, scritto proprio quest'anno per il 25 anno d'uscita del film,un po' lungo ma credetemi vale la pena dargli un'occhiata.


    Il Grande Lebowski dopo 25 anni rimane un mito assoluto
    Il 6 marzo 1998 usciva in sala uno dei film più iconici dei Fratelli Coen, capace di diventare uno dei simboli per eccellenza degli anni '90
    Il Grande Lebowski
    Drugo (Jeff Bridges) e Walter (John Goodman) in una scena de il Grande Lebowski dei Fratelli Coen GRAMERCY PICTURES
    Il Grande Lebowski comporta la divisione dell’umanità in due categorie: c’è chi l’ha visto e chi mente. Pochissime pellicole appartengono alla definizione di film di culto più di quest’ennesima prova di genialità e sapienza cinematografica dei Fratelli Coen, uscito in sala per la prima volta il 6 marzo 1998 e che si è depositato nella nostra memoria collettiva in modo unico ed inimitabile. Bizzarro, istrionico, sfaccettato e complesso nella sua semantica, rimane ad ogni modo uno dei film più divertenti e spassosi di quel decennio, per quanto ammantato da una sensazione di alienazione a malinconia che non smette di affascinare da 25 anni.

    Lui si chiama Drugo, vuole solo il suo tappeto
    Quando uscì in sala per la prima volta, il Grande Lebowski come ogni cult che si rispetti non fu immediatamente apprezzato per la sua grandezza, la sua perfetta opera di decostruzione della sacralità ma soprattutto della cultura americana che i fratelli Coen avevano regalato al mondo. Oggi, ad esattamente 25 anni di distanza dal debutto in sala, questa pellicola spassosa, grottesca eppure ricchissima di riferimenti ad alcuni dei momenti e personaggi più iconici della settima arte cara al duo, è diventata una sorta di mito per un'intera generazione.
    Si può anzi dire che il film abbia cambiato in modo imprescindibile il modo in cui una certa cinematografia autoriale si è posta, verso il concetto di autoriflessione e di analisi di un'epoca e di una determina umanità, ma soprattutto di scrittura cinematografica. Il Grande Lebowski del resto non uscì in un momento qualsiasi, ma alla fine degli anni '90, un decennio che in tutto e per tutto, pareva assomigliare veramente a lui, a Drugo.

    In realtà quel nome era una traduzione italiana un po' casereccia ma in fin dei conti alquanto riuscita di Dude, quel personaggio che ha regalato con ogni probabilità al grande Jeff Bridges l'immortalità, al netto di una carriera prima e dopo caratterizzata da ruoli di grande spessore.
    Di quell'epoca, in cui bene o male si era cercato di andare oltre il mito yuppie ed arrivista, almeno per una grossa fetta di società occidentale, per i giovani millennial ma non solo, Drugo diventò in breve simbolo, totem, campione che lancia in resta mandava al quel paese tutto e tutti. Molti tra gli spettatori impazzirono letteralmente per questa strana Odissea dal retrogusto western che i Coen avevano cucito addosso a questo cinquantenne: un hippie fallito e disoccupato, ma orgoglioso di esserlo. Drugo appare ancora oggi come un simbolo di totale ribelle alla cultura del successo e del materialismo che il suo omonimo, a causa del quale cominciava tutta questa strana vicenda, rappresentava in pieno.




    I fratelli Coen arrivano alla realizzazione de il Grande Lebowski, con la sua decostruzione di genere e omaggio ad alcuni dei capisaldi della loro formazione in modo imprevedibile. Galeotto fu l'incontro con una serie di personalità fricchettone e allucinate da parte dei Coen nel corso degli anni. Pacifisti, hippies, artisti alternativi, pare persino i surfisti da cui John Milius aveva tratto l'ispirazione per the Big Wednesday. Ad ogni modo Drugo, che passa tutto il suo tempo libero a giocare a bowling con il disturbato reduce del Vietnam Walter (John Goodman) e il timido Theo (Steve Buscemi), fu però soprattutto la versione un po' ridicola, un po' grottesca dei detective e uomini solitari che avevano reso Humphrey Bogart un vero e proprio mito negli anni ‘40 e ’50. Se dovessimo scegliere il genere cinematografico più connesso ai 117 minuti di questo film infatti, allora sarebbe l'hard boiled, il noir americano. Il Lungo Addio, il Grande Sonno, Il Mistero del Falco, insomma Philip Marlowe e Sam Spade rivivono in Drugo, eroe (eroe?) cinico ma solo per finta, come i migliori personaggi del grande divo. Perché nella realtà è come loro: un uomo diverso dalla norma e con un suo codice.

    Tutto ciò però porta Drugo a vivere seguendo un ritmo e uno stile di vita completamente antitetici rispetto a quelli della società che lo circonda. La società allora era quella della californizzazione che prendeva piede un po' dappertutto in modo strano e senza freni, la stessa che i Red Hot Chili Peppers avrebbero fustigato nel loro omonimo pezzo, in un album leggendario di quel fine millennio. I dialoghi sono l'essenza stessa della bellezza di questo film che non smette mai di stupire e divertire per quante volte lo si riveda, ci dicono tutto quello che dobbiamo sapere sulla sua identità, sul suo credo esistenziale. Un caso che Drugo definisca i Metallica una “manica di stronzi”? Che il film prenda per i fondelli Mtv ed i suoi videoclip, il porno che invadeva internet? “Che si fottano i soldi, la vita va avanti” dice Drugo abbracciando affettuosamente la sconfitta, il suo sogno di ricchezza che se ne va. Nel farlo, manda al diavolo l'altro Lebowski e anche Threehorn, con la sua villa e i suoi modi da cattivo di 007. Vuoi mettere quanto è meglio giocare a bowling e vivere scandendo gli strike? Esiste forse qualcosa di più antitetico al sogno americano di tutto questo?

    Lunga vita agli anni ‘90, lunga vita agli anni ’90?

    Il Grande Lebowski è ambientato negli anni ‘90 ma nella realtà se ci facciamo attenzione, risulta profondamente connesso anche ai ’80, forse persino gli anni '70; la verità è che i fratelli Coen creano un universo ibrido, con riferimenti alla psichedelia, al fallo centrismo che proprio nel post-68 cominciò a prendere piede. Poi naturalmente si onora la cultura hippie, rendondo via via sempre più sfumata l'ambientazione delle avventure di Drugo. Ma ad oggi, appare anche chiaro che forse in lui viveva quella sorta di filosofia di vita, di cui proprio in quegli anni era ancora custode Homer Simpson, che in fondo a Drugo ha sempre assomigliato, per quanto connaturato da contenuti molto più esasperati. Forse che il Grande Lebowski è una sorta di inno alla felicità dell'uomo medio? Quello fiero di esserlo è che si accontenta di poco nella vita ? Sì e no, perché il film è soprattutto una sorta di continuazione semantica di Barton Fink, altra bellissima pellicola dei Coen, incentrata sulla diversità dalla norma. Entrambi in realtà parlano di chi non accetta di farsi sconfiggere dalla società, di seguire senza obiezione le direttive.

    Drugo rappresenta quindi soprattutto un modello specifico, quello del californiano, indicato dai suoi connazionali da sempre come un americano diverso dagli altri. Come la California, pure la vicenda di Drugo e degli altri è a metà tra sogno e realtà, tra bugie e finzione, tra sopravvalutazione di se stessi e sorprendente imprevedibilità. Il Grande Lebowski esibisce con orgoglio la falsa multiculturalità dello Stato americano più progressista, ma i fratelli Coen ne celebrano soprattutto la menzogna, visto che si tratta di piccoli universi che non comunicano mai tra di loro. Ci arriva anche la perfetta immagine di quella violenza e intolleranza, che anche in quel decennio così ottimista non aveva mai lasciato l'America, anzi. La stessa polizia, qui pare sbucata dagli Stati del Sud, è uno strumento di repressione fascista, il denaro decide chi ha ragione o chi ha torto, non la legge. Contro tutto questo circo, Drugo non ha chance di vincere, quindi alla fine fa la sola cosa che può fare: capisce che a volte è l'orso che mangia te e se ne va per la sua strada.



    Il Grande Lebowski tuttavia, celebra anche la fine pop culture, quel qualcosa che col XXI secolo è andata via via scomparendo, distrutta da quella tecnologia, che in questo film ancora non era così presente. Il film ancora oggi è però anche una grande storia di amicizia, quella tra Drugo e Walter, lo yin e lo yang, il bianco e il nero, quello che segue un'onda personale e placida, e quello che ci sbatte contro. Il loro mondo è popolato di personaggi pittoreschi e sfigatissimi, gente come Jesus Quintana, che confermò quanto John Turturro fosse il miglior caratterista della sua generazione. Oppure dalla strana Maude di Julianne Moore, falsa artista e ipocrita femminista da operetta, dentro cui si agita la critica a personalità artistiche effimere ed inconsistenti come Yoko Ono. Il Grande Lebowski però mette in mostra continuamente un universo maschile dominato di discussioni tanto importanti quanto vacue su quella pista da bowling, che diventa metafora di tutto ciò che in fondo si vorrebbe dalla vita: un universo chiaro, maneggiabile, con regole precise.
     
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    l'ho visto ma non me lo ricordo

    cmq un grande attore

    (Jeff Bridges 4 dicembre 1949

    nato il mio giorno e mio mese

    Guglielmo 4 dicembre 1964

    penso che il più bello che ha recitato "" la leggenda del re pescatore ""
     
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    CITAZIONE (guglielmohostel @ 17/10/2023, 14:25) 
    l'ho visto ma non me lo ricordo

    cmq un grande attore

    (Jeff Bridges 4 dicembre 1949

    nato il mio giorno e mio mese

    Guglielmo 4 dicembre 1964

    penso che il più bello che ha recitato "" la leggenda del re pescatore ""

    Jeff Bridges ha sempre dato prova di grandissimo talento, però nel Grande Lebowski lo trovo perfetto. Quel personaggio penso che nessun attore sarebbe riuscito ad interpretarlo meglio, da l'idea che rispecchia la sua vera personalità. Sai che dopo il film è nata in america una, non so come definirla, comunità, che vive proprio ispirandosi al suo personaggio nel G.L.
    Pensa come è riuscito ad influenzare le persone con la sua interpretazione.
     
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    CITAZIONE (ElenaMelena @ 17/10/2023, 14:34) 
    CITAZIONE (guglielmohostel @ 17/10/2023, 14:25) 
    l'ho visto ma non me lo ricordo

    cmq un grande attore

    (Jeff Bridges 4 dicembre 1949

    nato il mio giorno e mio mese

    Guglielmo 4 dicembre 1964

    penso che il più bello che ha recitato "" la leggenda del re pescatore ""

    Jeff Bridges ha sempre dato prova di grandissimo talento, però nel Grande Lebowski lo trovo perfetto. Quel personaggio penso che nessun attore sarebbe riuscito ad interpretarlo meglio, da l'idea che rispecchia la sua vera personalità. Sai che dopo il film è nata in america una, non so come definirla, comunità, che vive proprio ispirandosi al suo personaggio nel G.L.
    Pensa come è riuscito ad influenzare le persone con la sua interpretazione.

    Non me. Non sono uno sfigato ubriacone drogato come Lebowski.
     
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  5. Nozomi ®
     
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    Si vede che Silvia tra valutando tutti gli input e gli output per chiudere 'sto forum.
    Oppure si starà scolando una salsapariglia che viene fresca fresca da Sioux City e non il succo di pera di Sousuke.

    O mangi l'orso o l'orso mangia te.

    Quindi chiudete sto cazzo di forum, forza. Ma cosa me ne frega a me di una marmotta.
     
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    CITAZIONE (Nozomi ® @ 17/10/2023, 19:12) 
    Si vede che Silvia tra valutando tutti gli input e gli output per chiudere 'sto forum.
    Oppure si starà scolando una salsapariglia che viene fresca fresca da Sioux City e non il succo di pera di Sousuke.

    O mangi l'orso o l'orso mangia te.

    Quindi chiudete sto cazzo di forum, forza. Ma cosa me ne frega a me di una marmotta.

    Di una puzzola però sì. Stesso odore di Lebowski. :asd:

    Edited by °°º††Sousuke††º°°© - 17/10/2023, 19:18
     
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  8. Nozomi ®
     
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    Sono molto meglio i nazisti degli anarconichilisti. Almeno, dalla loro, hanno l'Ethos.

    E poi, non dimentichiamo che tenere un roditore anfibio in città...non è affatto legale! :patplan:
     
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    Preferisco e sono più sensati i discorsi di Tina in uomini e donne.
     
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    Che sarebbe?
     
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    CITAZIONE (Charles Stross @ 17/10/2023, 19:28) 
    Che sarebbe?

    Un film più interessante di un ubriacone tossicodipendente che dispensa lezioni di vita.

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    beh

    diciamo pareri

    c'è pure la critica per i film


    Silvia digli alla Signora sopra che stai pensando di chiudere il Forum

    se no va avanti fino a Natale
     
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    CITAZIONE (guglielmohostel @ 17/10/2023, 19:39) 
    beh

    diciamo pareri

    c'è pure la critica per i film

    Beh certo, ai cannaioli e alle donne in menopausa che vanno in rete con profili giovani piace. :asd:
     
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    m è piaciuto molto il film che ho visto più volte e mi piace tanto anche J Bridges.
     
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    CITAZIONE (Il Maresciallo1927 @ 21/10/2023, 12:56) 
    m è piaciuto molto il film che ho visto più volte e mi piace tanto anche J Bridges.

    Maresciallo questo dimostra che sei una persona acuta ed intelligente. J Bridges è un mostro del cinema.
     
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14 replies since 17/10/2023, 12:49   439 views
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