Come Benito Mussolini affrontò e risolse il problema mafioso.

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  1. Bionda Suricato
     
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    Come Benito Mussolini affrontò e risolse il problema mafioso.

    Mussolini approdò in Sicilia, a Palermo il 6 maggio 1924. Era in programma una visita ufficiale di quindici giorni.
    Da continentale, aveva una visione vaga della mafia, ma ben presto la sua conoscenza su quel fenomeno si sarebbe approfondita.
    Acompagnato in auto, a Piana degli Albanesi, dal sindaco di quella cittadina, Francesco Cuccia, detto Don Ciccio, che ostentava sul petto la Croce di Cavaliere del Regno, pur essendo stato chiamato in giudizio per omicidio in otto processi, tutti risolti per insufficienza di prove, Mussolini avvertì un certo imbarazzo per il comportamento del notabile seduto al suo fianco.

    Don Ciccio, osservato che il suo ospite era seguito da alcuni agenti, confidenzialmente diede un colpetto sul braccio di Mussolini e, ammiccando, gli disse: «Perché vi portate dietro gli sbirri? Vossia è con me. Nulla deve temere!».
    Mussolini non rispose, ordinò di fermare la macchina e di far ritorno a Palermo.
    Il giorno dopo ad Agrigento parlò ai siciliani e fu una dichiarazione di guerra alla mafia: «Voi avete dei bisogni di ordine materiale che conosco: si è parlato di strade, di bonifica, si è detto che bisogna garantire la proprietà e l'incolumità dei cittadini che lavorano. Ebbene vi dichiaro che prenderò tutte le misure necessarie per tutelare i galantuomini dai delitti dei criminali. Non deve essere più oltre tollerato che poche centinaia di malviventi soverchino, immiseriscano, danneggino una popolazione magnifica come la vostra».
    Mussolini rientrò a Roma il 12 maggio e il giorno dopo convocò i ministri De Bono e Federzoni e il capo della polizia Moncarda e chiese ad essi il nome di un uomo idoneo a battere il fenomeno malavitoso siciliano. Federzoni propose Cesare Mori. Mussolini ordinò che venisse immediatamente convocato e, conferendogli l’incarico, gli raccomandò: «Spero che sarete duro con i mafiosi come lo siete stato con i miei squadristi!».

    Il Governo Giolitti aveva già inviato, precedentemente, Cesare Mori in Sicilia per combattere il fenomeno mafioso. Pur avendo dimostrato notevole perizia, Mori non era riuscito a conseguire un apprezzabile risultato, dati i limitati mezzi legislativi conferitigli.
    Il successo dell'azione di antimafia dipendeva dalla serietà e dalla reale volontà del Governo fascista di recuperare la Sicilia allo Stato. La risposta la dette lo stesso Mussolini: «II fascismo, che ha liberato l'Italia da tante piaghe cauterizzerà, se necessario, col ferro e col fuoco, la piaga della delinquenza siciliana».

    Vennero quindi concessi a Mori, che si avvalse dell'opera dell'ottimo maresciallo Spanò, i pieni poteri e già a fine anno 1925 ottenne i primi successi: oltre 700 arresti di mafiosi accusati di omicidio, abigeato, grassazione, operati con fulminee azioni nelle Madonie, a Misilmeri, a Marineo, a Piazza Armerina. Seguì un'operazione, forse la più spettacolare, nel comune di Gangi, tra Nicosia e Castelnuovo, dove da oltre un trentennio spadroneggiavano le bande degli Andaloro e Ferrarello, bande che vennero interamente catturate.
    Marzo e aprile 1926 videro nuovi successi e nuovi arresti a Termini Imerese, a Marsala, a Mazzarino, a Castelvetrano, a Gibellina. Così di seguito, mese dopo mese, centinaia di arresti liberarono dalla piovra ampie aree della Sicilia.

    Il 26 maggio 1927, in apertura del dibattito sul bilancio dell'Interno, Mussolini tenne alla Camera uno dei discorsi più famosi e più interessanti ed anche uno dei più lunghi: il cosiddetto discorso dell'Ascensione, di cui citiamo un passo: «E tempo che io vi riveli la mafia. Ma, prima di tutto, io voglio spogliare questa associazione brigantesca da tutta quella specie di fascino, di poesia, che non merita minimamente. Non si parli di nobiltà e di cavalleria della mafia, se non si vuole veramente insultare tutta la Sicilia. Vediamo. Poiché molti di voi non conoscono ancora l'ampiezza del fenomeno, ve lo porto io sopra un tavolo clinico: ed il corpo è già inciso dal mio bisturi».

    Così Mussolini scandisce momenti e cifre dell'offensiva scatenata dal fascismo contro il fenomeno mafioso: successi ottenuti non solo in termini di repressione, e di miglioramento dell'ordine pubblico. Ma il successo maggiore fu l'aver ripristinato l'autorità dello Stato. Ecco i dati: rispetto al 1923, nel 1926 gli omicidi erano passati da 675 a 299, le rapine da 1200 a 298, gli abigeati da 696 a 126, le estorsioni da 238 a 121, i danneggiamenti da 1327 a 815, gli incendi dolosi da 739 a 469, i ricatti da 16 a 2.
    Sono successi significativi che avvalorano la capacità operativa del prefetto Mori. Questi, continuando nella sua operazione, punta su patrimoni sospetti: si aprono inchieste sulle amministrazioni comunali, si indaga sui beni di cui godono famiglie sospette e si pretende che ne venga dimostrata la liceità, pena la confisca.

    A tutto ciò faceva seguito la continua attenzione di Mussolini che sollecitava, con lettere e telegrammi, di perseverare nell'azione e l'accelerazione dei processi.
    Nel 1929 l'opera del prefetto di ferro si poté considerare conclusa con l'indiscussa vittoria del nuovo Stato sulla mafia.
    La storiografia del dopoguerra, per motivi facilmente intuibili, sostiene che Mori fu allontanato perché cominciava a colpire in alto. I fatti dimostrano il contrario e cioè che Mori colpiva dove c'era da colpire, indipendentemente dai nomi, coerentemente alle disposizioni ricevute al momento dell'incarico.

    Certamente si cercò di fermare l'azione dello Stato in diversi modi. Una petizione fu inviata al Duce, firmata da 400 fascisti trapanasi, con la quale si chiedeva di allontanare «l'antipatriottico prefetto di Bologna amico dei bolscevichi». La risposta di Mussolini fu fulminea: l'immediata espulsione dal partito dei firmatari della petizione. Per gli stessi motivi, a febbraio 1927, venne sciolto d'autorità il fascio di Palermo, rinviando a giudizio, addirittura, il segretario, On. Alfredo Cucco, che fu poi processato e assolto.
    Un ufficiale della Milizia, accusato di connivenza con la criminalità, fu condannato a dieci anni, tutti scontati.

    Nel maggio 1927 venne sciolto anche il fascio di Catania.
    La mafia per sopravvivere dovette emigrare oltre Atlantico e si risvegliò in Sicilia soltanto nel 1943 con lo sbarco angloamericano.
    Lo scorso anno andai per pochi giorni di vacanza in Sicilia. Un giorno entrai in un negozio di artigianato e mi intrattenni per alcuni minuti con il proprietario, una persona colta, di “una certa età”. Ebbene egli mi assicurò che quando sbarcarono gli anglo americani in Sicilia – e questo me lo ha garantito – le truppe di invasione erano precedute da drappelli, quasi sicuramente di siculo-americani, che innalzavano una bandiera color oro, dove al centro era ben disegnato una doppia “L”. Quel signore mi ha garantito che quel simbolo indicava “Lucky Luciano”, un famoso mafioso “vittima del Fascismo” fuggito negli Usa negli anni Venti-Trenta. Su questa testimonianza non posso porre il sigillo dell’autenticità; ma è noto che gli Usa utilizzarono la mafia americana per invadere la Sicilia. In merito a questa testimonianza invito i lettori a documentarmi se a conoscenza di particolari.
    Don Calogero Vizzini, uno dei capi della mafia, indicava agli alleati gli uomini giusti da mettere alla guida dei Comuni e delle Province. Genco Russo, boss mafioso che Mori aveva confinato a Chianciano, ottenne la Croce di Cavaliere della Repubblica in quanto gli venne riconosciuta la qualifica di vittima del fascismo.

    Certamente Mori si avvalse di poteri eccezionali, indispensabili e proporzionati alla pecularietà del fenomeno mafioso. Questo è stato ben compreso ed esposto nel 1929, nel corso del processone contro la mafia, dal deputato fascista Michelangelo Abisso, patrono di Parte Civile. Nella sua lunga arringa fra l'altro ammonì: «La vittoria contro la delinquenza non è un fatto isolato: essa va inquadrata nel nuovo ordine di cose, nel nuovo metodo di governo; in breve, è la più tangibile manifestazione dello Stato forte e veramente sovrano (...). Debellato il male, occorre far seguire quella che i medici chiamerebbero cura ricostituente, occorre ritemprare l'organismo, in modo che possa vittoriosamente resistere ad un nuovo attacco. Occorrono strade principali e soprattutto agrarie attraverso le quali il lavoro e la civiltà possano toccare quelle zone remote e deserte che finora furono solo accessibili alla barbarie e al delitto; occorrono acqua e luce, telefoni e scuole che vincano gli ultimi residui di analfabetismo e di ignoranza, occorrono opere di irrigazione e di bonifica che consentano un più intenso sfruttamento delle aride zolle ed impediscano il depauperamento della razza, l'insidia della malaria; occorrono la piccola proprietà ed una sempre più illuminata giustizia nei rapporti tra lavoro e proprietà, sempre chiusa nella concezione gretta del privilegio e restia alle influenze delle correnti nuove che travolgono le dighe e aprono irresistibilmente le vie dell'avvenire».

    All'opera di Mori farà seguito quella del Governo, impostata su un grandioso programma di interventi, anche se ostacolata da una serie di difficoltà di origini esterne e, alla fine, forzatamente interrotta dalla disfatta militare.
    Termino citando lo storico Emil Ludwig: <mussolini sognò col Fascismo una grande Nazione. Si mise all’opera per trasformare il sogno in realtà. Creò la Nazione Italia e questa è una delle ragioni della sua grandezza di fronte al mondo e alla Storia>.
    Voglio anche ricordare il rimprovero che partì dalla ,penna del più grande giornalista svizzero Paul Gentizon: <tra i milioni di suoi compatrioti ai quali aveva reso l’orgoglio di essere italiani, non se ne è trovato uno solo, nell’ora suprema, per ricoprirlo pietosamente con un lenzuolo, e di chiudergli gli occhi. E’ la sorte dei Grandi>.
     
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    Non mi è chiara una cosa: se la mafia era stata sradicata dalla Sicilia perché mai gli angloamericani avevano bisogno dell'approvazione dei mafiosi per sbarcare in Sicilia?
    Si chiede l'approvazione di personaggi influenti e quindi radicati in un territorio per poter entrare e occupare quel territorio, non di chi è dovuto fuggire da lì per sopravvivere e quindi non conta più niente.
    La cosa mi sembra un po' incoerente.
     
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  3. guglielmohotel
     
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    Adesso ho capito che ad ammazzare Mussolini è stata la mafia Americana.
     
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  4. guglielmohotel
     
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    CITAZIONE (luce allievi @ 13/8/2016, 05:22) 
    Arrestare dei criminali è un'azione di Giustizia, non è un'azione politica.
    L'errore sta nel pensare che la Giustizia abbia bisogno del permesso della Politica.
    Quando si commette questo errore vuol dire che la Democrazia non funziona.
    E infatti, ai tempi del Prefetto Mori, la Democrazia non funzionava.
    E infatti, con il senno di poi, l'azione del Prefetto Mori s'è ridotta a una repressione di Regime.
    Cioè s'è ridotta a una lotta di potere tra la mafia e il fascismo, nella quale la Giustizia non centrava niente.
    E infatti, quando s'è trattato di conquistare la Sicilia, gli americani si sono alleati con la mafia; cioè con il nemico del fascismo presente nell'isola.

    Da tutto questo ne discende che, in una Democrazia, la Giustizia non deve avere niente da spartire con la Politica.
    A maggior ragione nel caso in cui la criminalità sia una criminalità politica.
    Bisogna piuttosto domandarsi come sia possibile l'esistenza di una criminalità politica.
    Cioè come sia possibile che, in una Democrazia, il potere non discenda dal Popolo ma dalla criminalità organizzata.

    Ah in Sicilia non c'erano i partigiani ma i mafiosi :hh:
    "il potere non discenda dal popolo ma dalla criminalità organizzata" semplice, basta che chi entra in politica collabora con loro E SONO TANTI.
     
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    CITAZIONE (luce allievi @ 13/8/2016, 05:22) 
    Da tutto questo ne discende che, in una Democrazia, la Giustizia non deve avere niente da spartire con la Politica.

    Infatti è la LegaNord che da anni propone che gli amministratori della Giustizia vengano eletti dal POPOLO direttamente.
    Perché non è nemmeno democratico che i Giudici siano scelti x Concorso Pubblico quando sappiamo come la Mafia abbia potere di condizionare come crede le graduatorie.
    Ricordo anche che con Referendum POPOLARE il P opppolo italiOCHI 20 anni fa aveva deciso con oltre il 90% dei voti che I GIUDICI RISPONDESSERO CIVILMENTE IN MODO PERSONALE DEI LORO ERRORI.
    Mi risulta che la casta Giudiziaria di quanto aveva decretato il popolo dei TROTONI ItaliOCHI se ne sia fregata altamente.
    Detto questo io credo che Mussolini sia l' unico politico italiano che sia riuscito a mettere in un angolo la mafia.
    Logico che gli americani abbiano chiesto aiuto ai picciotti rimasti in Sicilia x riuscire a fare li sbarcò.
    Stessa cosa accadde quando i Poteri Forti del 1860 pagato no la Mafia per permettere a Garibaldi di sbarcare a Marsala e con 1000 uomini sbaragliare un esercito di 100000 unità.
    Ma se svegli questi segreti di Pulcinella ai milioni di Trotoni italiochi come te c'è il rischio che questi s'incazzino pure.
     
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  6. guglielmohotel
     
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    CITAZIONE (heyoka1 @ 14/8/2016, 14:43) 
    CITAZIONE (luce allievi @ 13/8/2016, 05:22) 
    Da tutto questo ne discende che, in una Democrazia, la Giustizia non deve avere niente da spartire con la Politica.

    Infatti è la LegaNord che da anni propone che gli amministratori della Giustizia vengano eletti dal POPOLO direttamente.
    Perché non è nemmeno democratico che i Giudici siano scelti x Concorso Pubblico quando sappiamo come la Mafia abbia potere di condizionare come crede le graduatorie.
    Ricordo anche che con Referendum POPOLARE il P opppolo italiOCHI 20 anni fa aveva deciso con oltre il 90% dei voti che I GIUDICI RISPONDESSERO CIVILMENTE IN MODO PERSONALE DEI LORO ERRORI.
    Mi risulta che la casta Giudiziaria di quanto aveva decretato il popolo dei TROTONI ItaliOCHI se ne sia fregata altamente.
    Detto questo io credo che Mussolini sia l' unico politico italiano che sia riuscito a mettere in un angolo la mafia.
    Logico che gli americani abbiano chiesto aiuto ai picciotti rimasti in Sicilia x riuscire a fare li sbarcò.
    Stessa cosa accadde quando i Poteri Forti del 1860 pagato no la Mafia per permettere a Garibaldi di sbarcare a Marsala e con 1000 uomini sbaragliare un esercito di 100000 unità.
    Ma se svegli questi segreti di Pulcinella ai milioni di Trotoni italiochi come te c'è il rischio che questi s'incazzino pure.

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    Purtroppo la mafia non venne vinta anzi . Mussolini purtroppo dovette fermare la sua volontà di pulizia: Avrebbe dovuto inviare l'esercito e occupare militarmente la Sicilia completa e far ammazzare tutti i picciotti nessuno escluso . Non ci stava scampo tutti dovevano essere uccisi pure i fiancheggiatori. . La mafia purtroppo era troppo radicata per poterla estirpare ameno che non si fosse voluto usuare il pugno d'acciaio totale . E per mussolini sarebbero stati cazzi amari . Molto amari .
     
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    CITAZIONE (Bionda Suricato @ 12/8/2016, 21:14) 
    Come Benito Mussolini affrontò e risolse il problema mafioso.

    Mussolini approdò in Sicilia, a Palermo il 6 maggio 1924. Era in programma una visita ufficiale di quindici giorni.
    Da continentale, aveva una visione vaga della mafia, ma ben presto la sua conoscenza su quel fenomeno si sarebbe approfondita.
    Acompagnato in auto, a Piana degli Albanesi, dal sindaco di quella cittadina, Francesco Cuccia, detto Don Ciccio, che ostentava sul petto la Croce di Cavaliere del Regno, pur essendo stato chiamato in giudizio per omicidio in otto processi, tutti risolti per insufficienza di prove, Mussolini avvertì un certo imbarazzo per il comportamento del notabile seduto al suo fianco.

    Don Ciccio, osservato che il suo ospite era seguito da alcuni agenti, confidenzialmente diede un colpetto sul braccio di Mussolini e, ammiccando, gli disse: «Perché vi portate dietro gli sbirri? Vossia è con me. Nulla deve temere!».
    Mussolini non rispose, ordinò di fermare la macchina e di far ritorno a Palermo.
    Il giorno dopo ad Agrigento parlò ai siciliani e fu una dichiarazione di guerra alla mafia: «Voi avete dei bisogni di ordine materiale che conosco: si è parlato di strade, di bonifica, si è detto che bisogna garantire la proprietà e l'incolumità dei cittadini che lavorano. Ebbene vi dichiaro che prenderò tutte le misure necessarie per tutelare i galantuomini dai delitti dei criminali. Non deve essere più oltre tollerato che poche centinaia di malviventi soverchino, immiseriscano, danneggino una popolazione magnifica come la vostra».
    Mussolini rientrò a Roma il 12 maggio e il giorno dopo convocò i ministri De Bono e Federzoni e il capo della polizia Moncarda e chiese ad essi il nome di un uomo idoneo a battere il fenomeno malavitoso siciliano. Federzoni propose Cesare Mori. Mussolini ordinò che venisse immediatamente convocato e, conferendogli l’incarico, gli raccomandò: «Spero che sarete duro con i mafiosi come lo siete stato con i miei squadristi!».

    Il Governo Giolitti aveva già inviato, precedentemente, Cesare Mori in Sicilia per combattere il fenomeno mafioso. Pur avendo dimostrato notevole perizia, Mori non era riuscito a conseguire un apprezzabile risultato, dati i limitati mezzi legislativi conferitigli.
    Il successo dell'azione di antimafia dipendeva dalla serietà e dalla reale volontà del Governo fascista di recuperare la Sicilia allo Stato. La risposta la dette lo stesso Mussolini: «II fascismo, che ha liberato l'Italia da tante piaghe cauterizzerà, se necessario, col ferro e col fuoco, la piaga della delinquenza siciliana».

    Vennero quindi concessi a Mori, che si avvalse dell'opera dell'ottimo maresciallo Spanò, i pieni poteri e già a fine anno 1925 ottenne i primi successi: oltre 700 arresti di mafiosi accusati di omicidio, abigeato, grassazione, operati con fulminee azioni nelle Madonie, a Misilmeri, a Marineo, a Piazza Armerina. Seguì un'operazione, forse la più spettacolare, nel comune di Gangi, tra Nicosia e Castelnuovo, dove da oltre un trentennio spadroneggiavano le bande degli Andaloro e Ferrarello, bande che vennero interamente catturate.
    Marzo e aprile 1926 videro nuovi successi e nuovi arresti a Termini Imerese, a Marsala, a Mazzarino, a Castelvetrano, a Gibellina. Così di seguito, mese dopo mese, centinaia di arresti liberarono dalla piovra ampie aree della Sicilia.

    Il 26 maggio 1927, in apertura del dibattito sul bilancio dell'Interno, Mussolini tenne alla Camera uno dei discorsi più famosi e più interessanti ed anche uno dei più lunghi: il cosiddetto discorso dell'Ascensione, di cui citiamo un passo: «E tempo che io vi riveli la mafia. Ma, prima di tutto, io voglio spogliare questa associazione brigantesca da tutta quella specie di fascino, di poesia, che non merita minimamente. Non si parli di nobiltà e di cavalleria della mafia, se non si vuole veramente insultare tutta la Sicilia. Vediamo. Poiché molti di voi non conoscono ancora l'ampiezza del fenomeno, ve lo porto io sopra un tavolo clinico: ed il corpo è già inciso dal mio bisturi».

    Così Mussolini scandisce momenti e cifre dell'offensiva scatenata dal fascismo contro il fenomeno mafioso: successi ottenuti non solo in termini di repressione, e di miglioramento dell'ordine pubblico. Ma il successo maggiore fu l'aver ripristinato l'autorità dello Stato. Ecco i dati: rispetto al 1923, nel 1926 gli omicidi erano passati da 675 a 299, le rapine da 1200 a 298, gli abigeati da 696 a 126, le estorsioni da 238 a 121, i danneggiamenti da 1327 a 815, gli incendi dolosi da 739 a 469, i ricatti da 16 a 2.
    Sono successi significativi che avvalorano la capacità operativa del prefetto Mori. Questi, continuando nella sua operazione, punta su patrimoni sospetti: si aprono inchieste sulle amministrazioni comunali, si indaga sui beni di cui godono famiglie sospette e si pretende che ne venga dimostrata la liceità, pena la confisca.

    A tutto ciò faceva seguito la continua attenzione di Mussolini che sollecitava, con lettere e telegrammi, di perseverare nell'azione e l'accelerazione dei processi.
    Nel 1929 l'opera del prefetto di ferro si poté considerare conclusa con l'indiscussa vittoria del nuovo Stato sulla mafia.
    La storiografia del dopoguerra, per motivi facilmente intuibili, sostiene che Mori fu allontanato perché cominciava a colpire in alto. I fatti dimostrano il contrario e cioè che Mori colpiva dove c'era da colpire, indipendentemente dai nomi, coerentemente alle disposizioni ricevute al momento dell'incarico.

    Certamente si cercò di fermare l'azione dello Stato in diversi modi. Una petizione fu inviata al Duce, firmata da 400 fascisti trapanasi, con la quale si chiedeva di allontanare «l'antipatriottico prefetto di Bologna amico dei bolscevichi». La risposta di Mussolini fu fulminea: l'immediata espulsione dal partito dei firmatari della petizione. Per gli stessi motivi, a febbraio 1927, venne sciolto d'autorità il fascio di Palermo, rinviando a giudizio, addirittura, il segretario, On. Alfredo Cucco, che fu poi processato e assolto.
    Un ufficiale della Milizia, accusato di connivenza con la criminalità, fu condannato a dieci anni, tutti scontati.

    Nel maggio 1927 venne sciolto anche il fascio di Catania.
    La mafia per sopravvivere dovette emigrare oltre Atlantico e si risvegliò in Sicilia soltanto nel 1943 con lo sbarco angloamericano.
    Lo scorso anno andai per pochi giorni di vacanza in Sicilia. Un giorno entrai in un negozio di artigianato e mi intrattenni per alcuni minuti con il proprietario, una persona colta, di “una certa età”. Ebbene egli mi assicurò che quando sbarcarono gli anglo americani in Sicilia – e questo me lo ha garantito – le truppe di invasione erano precedute da drappelli, quasi sicuramente di siculo-americani, che innalzavano una bandiera color oro, dove al centro era ben disegnato una doppia “L”. Quel signore mi ha garantito che quel simbolo indicava “Lucky Luciano”, un famoso mafioso “vittima del Fascismo” fuggito negli Usa negli anni Venti-Trenta. Su questa testimonianza non posso porre il sigillo dell’autenticità; ma è noto che gli Usa utilizzarono la mafia americana per invadere la Sicilia. In merito a questa testimonianza invito i lettori a documentarmi se a conoscenza di particolari.
    Don Calogero Vizzini, uno dei capi della mafia, indicava agli alleati gli uomini giusti da mettere alla guida dei Comuni e delle Province. Genco Russo, boss mafioso che Mori aveva confinato a Chianciano, ottenne la Croce di Cavaliere della Repubblica in quanto gli venne riconosciuta la qualifica di vittima del fascismo.

    Certamente Mori si avvalse di poteri eccezionali, indispensabili e proporzionati alla pecularietà del fenomeno mafioso. Questo è stato ben compreso ed esposto nel 1929, nel corso del processone contro la mafia, dal deputato fascista Michelangelo Abisso, patrono di Parte Civile. Nella sua lunga arringa fra l'altro ammonì: «La vittoria contro la delinquenza non è un fatto isolato: essa va inquadrata nel nuovo ordine di cose, nel nuovo metodo di governo; in breve, è la più tangibile manifestazione dello Stato forte e veramente sovrano (...). Debellato il male, occorre far seguire quella che i medici chiamerebbero cura ricostituente, occorre ritemprare l'organismo, in modo che possa vittoriosamente resistere ad un nuovo attacco. Occorrono strade principali e soprattutto agrarie attraverso le quali il lavoro e la civiltà possano toccare quelle zone remote e deserte che finora furono solo accessibili alla barbarie e al delitto; occorrono acqua e luce, telefoni e scuole che vincano gli ultimi residui di analfabetismo e di ignoranza, occorrono opere di irrigazione e di bonifica che consentano un più intenso sfruttamento delle aride zolle ed impediscano il depauperamento della razza, l'insidia della malaria; occorrono la piccola proprietà ed una sempre più illuminata giustizia nei rapporti tra lavoro e proprietà, sempre chiusa nella concezione gretta del privilegio e restia alle influenze delle correnti nuove che travolgono le dighe e aprono irresistibilmente le vie dell'avvenire».

    All'opera di Mori farà seguito quella del Governo, impostata su un grandioso programma di interventi, anche se ostacolata da una serie di difficoltà di origini esterne e, alla fine, forzatamente interrotta dalla disfatta militare.
    Termino citando lo storico Emil Ludwig: <mussolini sognò col Fascismo una grande Nazione. Si mise all’opera per trasformare il sogno in realtà. Creò la Nazione Italia e questa è una delle ragioni della sua grandezza di fronte al mondo e alla Storia>.
    Voglio anche ricordare il rimprovero che partì dalla ,penna del più grande giornalista svizzero Paul Gentizon: <tra i milioni di suoi compatrioti ai quali aveva reso l’orgoglio di essere italiani, non se ne è trovato uno solo, nell’ora suprema, per ricoprirlo pietosamente con un lenzuolo, e di chiudergli gli occhi. E’ la sorte dei Grandi>.

    . bellissima situazione ma purtroppo tutto dovette essere arrestato bloccato : La mafia stava subendo tali rovesci micidiali e ovviamente prese le sue contromisure . Mussolini doveva scegliere : O la guerra civile in sicilia e sarebbero stati capperi amari oppure chiudere un occhio e vabbuo dai ci accordiamo . E accordo fu . Il risultato fu questo : Gli alleati conquistarono la Sicilia in un mese . Un mese ! Ovvio ! La mafia comandava e gli alleati per consolidare la loro presenza ovviamente mafia a manetta ovvero mafia ovunque. Cosa meglio della mafia ? La camorra in Campania ! Cacchio di mussolini ! Per estirpare la mafia ci vuole purtroppo la guerra civile . Non ci sta scampo . Invece no . Anzi .
     
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  9. guglielmohotel
     
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    Mussolini ha capito che se rompeva i coglioni prima o poi ammazzavano pure lui, ma mica i mafiosi magari un suo gerarca, la forza della mafia è questa" ordinare di ammazzare" " se non ammazzi quello faccio fuori tutta la tua famiglia e poi te"
    A certi politici basta una telefonata normale e questi hanno già capito tutto.
     
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    Appunto ci vuole la guerra civile . Non ci sta scampo
     
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  11. Terminator-
     
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    Mussolini combatté la mafia? Embè, c'era lui come boss al governo...
     
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  12. Il_gatto_gattesco
     
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    Infatti permise a mori di fare un'ampia operazione di facciata sacrificando anche i sacrificabili come prassi consolidata vuole.
    Non e' che qualche gerarchetto e sezione di provincia perse costituiscano una perdita insostituibile, anzi ti danno un lustro enorme di immagine dando evidenza della capacita' di autopurgarsi.

    Come fece renzi con marino e certe sezioni pd di roma incaricando il suo proconsole orfini.

    Quando mori si avvicino' troppo al potere mafioso vero cominciando ad indagare su esponenti romani si ritenne fosse giunta l'ora di premiarlo con un posto da senatore e trasferirlo a roma.
    La storia di mori' fini' li, un politico qualunque fra mille qualunque senza peso.
     
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  13. Il_gatto_gattesco
     
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    Invece i fascisti in fuga, molti con il latrato trovarono rifugio in sicilia facendosi latifondisti e uomini d'onore, tentando anche la politica separatista abbastanza forte da ottenere l'autonomia che da i suoi frutti ancora oggi.
    Tutto con il placet usa che aveva gatte da pelare e si trovava in italia il piu' forte partito comunista dell'europa occidentale.
    Al che quando la dc varo' il piano agrario che assegnava le terre ai braccianti si verifico' la strage di piana delle ginestre.
    Cominciavano i misteri d'italia con il caso giuliano.

    Nasceva anche il "a sua insaputa" :hh: che ebbe in seguito tanto successo.

    La strage di Portella della Ginestra fu l'eccidio di lavoratori che avvenne in località Portella della Ginestra, inprovincia di Palermo, il 1º maggio 1947 ad opera della banda criminale di Salvatore Giuliano a sua insaputa. Si tratta della prima strage dell'Italia repubblicana, dove morirono undici persone e a cui si aggiunsero una trentina di feriti e successive tre morti a causa delle ferite.
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Strage_di_..._della_Ginestra

    Salvatore Giuliano, noto come il bandito Giuliano (Montelepre, 16 novembre1922 – Castelvetrano, 5 luglio 1950), è stato un criminale italiano.

    Per alcuni mesi sfruttò la copertura dell'EVIS, il braccio armato del Movimento Indipendentista Siciliano attivo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, ma il suo nome resta principalmente legato alla strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947), in cui morirono undici persone e altre 27 rimasero ferite.[1]
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Giuliano
     
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    Sul testo in alto, ho letto che c'e' l'anima di Don Ciccio!

    Don Ciccio, venga a fare un esorcismo a questo morto vivente dalle mille vite di merda che rompe il cazzo tutto il giorno ai vivi perche' e' morto dentro, porti con se' un vibratore di argento con la nitroglicerina dentro che esplode a distanza quando si accende la vibrazione:

    Don Ciccio Don Ciccio Ingravallo

    Non si dimentichi che Rocky Joe- e Terminator hanno lo stesso buco di culo spanato con cui battono in giro per i forum con altri preservativi per nascondere la loro identita' di teste di cazzo che passano intere giornate a rompere la minchia a chi non e' come loro...

    Alla fine, quado l'esorcismo e' terminato e vede le fiamme dell'inferno che consumano il marciume demoniaco, usi l'acqua santa per spengere tutto e dica una preghiera per i tuoi tanti nicks usciti tutti dallo stesso buco di vecchio scrittore fallito che si e' dato alla stronzologia ed al rompimento di minchia perche' non gli resta ormai piu' nula da fare con la sua vita di buffone impotente che rompe il cazzo a me senza che io me ne sbatta le palle, e lo fa per puro divertimento di vecchi scrittore coglione fallito che pensa di essere il reginetto o la leggenda dei forum....la leggenda si, ma de sto cazzo de argento, che te se frega!

    E gia' che ci si trova, faccia lo stesso con i suoi sostenitori che palleggiano insieme a lui solo per rompere il cazzo a me!

    Pace e bene a tutti e spero che don Ciccio liberi i vostri animi dall'inferno che portate dentro e vi faccia finalmente andare in paradiso cosi' non rompete piu' il cazzo a nessuno e dimorerete felici tra i beati ripuliti delle loro sozzure e merde interiori!

    AMEN!

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    Happy Halloween!
     
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    rocky joe il bannato, cambia nome/pelle come i serpenti infernali e diventa Oblomov e poi terminator e poi altre infinite teste di cazzo?

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    CITAZIONE (Oblomov- @ 12/8/2016, 22:43) 
    Non mi è chiara una cosa: se la mafia era stata sradicata dalla Sicilia perché mai gli angloamericani avevano bisogno dell'approvazione dei mafiosi per sbarcare in Sicilia?
    Si chiede l'approvazione di personaggi influenti e quindi radicati in un territorio per poter entrare e occupare quel territorio, non di chi è dovuto fuggire da lì per sopravvivere e quindi non conta più niente.
    La cosa mi sembra un po' incoerente.

    I bannati dai mille profili sono invece coerenti? Il tuo terminator infilatelo nel buco con cui spii il mondo rompendo il cazzo a destra e manca con le tue buffonate ipocrite!

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    CITAZIONE (Terminator- @ 27/4/2017, 11:00) 
    Mussolini combatté la mafia? Embè, c'era lui come boss al governo...

    PS: nello stesso post opera simultaneamente con 3 teste di cazzo ramificazione di se stesso come la medusa..ma che cazzo di divertimento di merda e' questo? Tipico dei vecchi scrittori falliti annoiati ed impotenti???

    Contenti loro, contenti tutti, e la loro vita e' quella di fare i buffoni per creare animazione e farsi vedere, perche' non gli resta ormai altro?

    ========
    Poi se una volta fai goliardia/satira per qualche giorno per mettere in evidenza il loro comune e merdoso operato, allora si scandalizzano? Ma andate a cagare ed affogatevi nella vostra merda!
     
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26 replies since 12/8/2016, 21:14   1029 views
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