La leggenda del pianista sull'oceano

Tratto dal monologo teatrale Novecento di Alessandro Baricco.

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  1. YUSUKE86
     
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    La leggenda del pianista sull'oceano



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    La leggenda del pianista sull'oceano è un film del 1998 diretto da Giuseppe Tornatore, tratto dal monologo teatrale Novecento di Alessandro Baricco.

    Trama:

    Max, un trombettista che aveva lavorato sul transatlantico Virginian, all'anziano proprietario di un negozio di dischi e strumenti musicali, in cui era entrato per vendere la sua tromba, aveva richiesto ed ottenuto di suonare la sua tromba per l'ultima volta. Max suona il pezzo contenuto nell'unico disco inciso da Novecento, distrutto a suo tempo dal suo amico, ma che Max aveva subito recuperato e nascosto, all'insaputa di Novecento, nel pianoforte in terza classe del Virginian. Il vecchio, che aveva trovato il disco dentro al piano, finito per caso nel suo negozio, riconosce la melodia e, rapito dalla bellezza della musica di Novecento, si fa raccontare da Max la storia di quel "pianista eccezionale" che Max definisce il suo più grande segreto.

    La storia inizia quando Danny Boodman, un macchinista di colore del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassa di limoni nella prima classe della nave. Danny battezza il bambino con il proprio nome, Danny Boodman, aggiungendovi l'insegna presente sulla cassetta in cui lo ha trovato (T.D. Lemon) pensando che il significato di "T.D." fosse "Thanks Danny" e che quindi lui fosse destinato ad allevare il bambino, ed il secolo dell'anno in cui ha trovato il bambino (Novecento): Danny Boodman T.D. Lemon Novecento sarà poi chiamato solamente con l'ultimo dei suoi appellativi.

    Danny decide di allevarlo in segreto, per impedire che possano portarglielo via. Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, dovuta ad un incidente causato dal lavoro nella sala macchine (una carrucola accidentalmente lo colpisce alle spalle), il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano Smith, dovevano prelevarlo e consegnarlo ad un orfanotrofio.

    Scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura. Col passare degli anni diventa il pianista della nave, suonando per i passeggeri durante le serate e per conto proprio, in terza classe, con un altro pianoforte. Molti anni dopo, senza essere nel frattempo mai sceso dal transatlantico, conosce Max, con il quale suonerà per molti anni e stringerà una solida amicizia.

    La notizia della sua bravura come improvvisatore ed esecutore si diffonde, al punto da spingere Ferdinand "Jelly Roll" Morton, un altro pianista, a sfidarlo in un duello all'ultima nota. Nonostante l'apparente superiorità di questo nell'esecuzione di brani al pianoforte come The Crave, risulta infine evidente l'abilità innata di Novecento, che si aggiudica la vittoria del duello eseguendo un exploit della famosa melodia eseguita a più mani Enduring Movement. In seguito alla sconfitta, Jelly Roll Morton rimarrà chiuso nella sua stanza per tutta la durata del viaggio e scenderà al primo scalo.

    Novecento non cede alle ripetute esortazioni dell'amico a scendere dalla nave ed andare incontro alla fama ed al successo: un impresario aveva anche approntato una sala di registrazione sulla nave per incidere la sua musica, arrivando a generare una lacca che lo stesso Novecento poi distrugge opponendosi con tenacia all'idea di immortalare la musica su un disco, gesto dettato anche da una delusione amorosa nei confronti di una passeggera, alla quale aveva tentato invano di regalare l'unica copia. Una sera Novecento, intento a mangiare con il suo amico al ristorante, gli rivelerà infine, che l'indomani, allo sbarco per New York, sarebbe sceso dalla nave. Max a questa rivelazione, rimane stupito. Novecento spiega che lì c'è una cosa che deve vedere. Il giorno dopo, facendo la valigia e soprabito si appresta a scendere dopo avere salutato tutto l'equipaggio. Fermatosi a metà del pontile rimane immobile per svariato tempo a fissare da lontano la città e la terra ferma. Lanciando infine il cappello si volta ritornando sui suoi passi. Per giorni Novecento non si fa vedere, rimanendo sempre nascosto nella sua stanza sotto la nave a guardare il mare dagli oblò. L'equipaggio non riesce a comprendere il suo comportamento, tranne Max che ha percepito che dentro di lui c'era una tremenda confusione e che era meglio lasciarlo solo per il momento. Passati i giorni Novecento si ripresenta, tornando a suonare con allegria e serenità come se niente fosse successo. Max decise di non parlargli mai di quel fatto.

    Novecento resta così a bordo anche quando Max lo lascia, all'alba della seconda guerra mondiale, per andare a cercare fortuna altrove, benché riluttante ad allontanarsi dall'amico. Diversi anni dopo, quando il transatlantico è in disarmo e ormai prossimo ad essere distrutto con esplosivi (dinamite), Max vi ritrova l'amico, nei meandri ormai deserti: gli anni prima era rimasto a fare compagnia ai numerosi soldati ospiti della nave trasformata in un ospedale militare. Dopo un ultimo tentativo per convincerlo a scendere, Max capisce che Novecento è intenzionato a morire, affondando insieme alla (ormai sua) nave.

    Alla fine della storia il vecchio negoziante restituisce a Max la sua vecchia tromba, commentando "in culo i soldi, una buona storia vale più di una vecchia tromba", parafrasando un'espressione ricorrente di Danny Boodman, e poi anche di Novecento, che così dicendo si facevano beffe di ogni regola precostituita di quel mondo di terraferma dove il pianista sull'oceano non aveva mai posato piede.

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    E' uno dei miei film preferiti di sempre.
     
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