Pensieri e commenti di Don Giorgio De Capitani

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    Burattinaia

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    CITAZIONE (fabioyyyy @ 8/9/2010, 07:38)
    Me ne ricordo, l'ho anche conosciuto di persona.
    Però lui proprio per la sua attività politica (dall'altra parte) venne colpito da dure sanzioni canoniche.
    Ho sentito di persona alcune recenti omelie del Cardinale Bagnasco, posso assicurarti che - ad onta di quanto hanno riportato i giornali - ha parlato esclusivamente di questioni religiose e non ha detto una sola parola di politica.

    anche sto padre de capitani ha avuto problemi, richiami dalle alte gerarchie della Chisa lombarda
     
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  2. fabioyyyy
     
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    Non conosco bene la vicenda, rimane comunque il fatto che un prete deve fare il prete, non il politico nè di destra nè di sinistra.
    Se ho voglia di sentire un comizio vado per l'appunto ad un comizio, se vado a Messa (o, al limite, al culto di un'altra religione) è per motivi religiosi e non per l'appartenenza a questo o quel partito.
     
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  3. sandror
     
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    Riprendo questa discussione perchè in questi giorni "don" De Capitani ha scritto parole pesantissime con gravi insulti verso l'appena nominato neo Arcivescovo Metropolita di Milano, Cardinale Angelo Scola (che ho l'onore di conoscere personalmente).

    Fra l'altro il "don" commette anche un grave errore teologico, infatti dice che Gesù verrà a "cacciar fuori a bastonate.... le escort".
    Dimenticandosi completamente che Gesù Cristo, quello vero, con le prostitute (allora non esisteva la parola "escort") era in relazioni molto amichevoli e semmai cacciava fuori i farisei.
     
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    Burattinaia

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    CITAZIONE (sandror @ 29/6/2011, 21:05) 
    Riprendo questa discussione perchè in questi giorni "don" De Capitani ha scritto parole pesantissime con gravi insulti verso l'appena nominato neo Arcivescovo Metropolita di Milano, Cardinale Angelo Scola (che ho l'onore di conoscere personalmente).

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    è di malgrate, cioè della sponda opposta del lago di Lecco dove sto io :hh:

    comunque non mi meraviglio che Padre De Capitani abbia "sparato" contro Angelo Scola.... Angelo Scola è legato mani e piedi a CL, come Formigoni
     
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  5. sandror
     
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    Quello che stupisce è che De Capitani si arroghi di parlare a nome "della chiesa di Milano" che secondo lui "non vuole il nuovo Arcivescovo".

    Cosa vuole la "chiesa di Milano" lasciamolo dire a quelli che frequentano le oltre 1000 Parrocchie...

    Fra l'altro De Capitani dice anche un'altra stronzata, e cioè che avrebbero mandato Scola per contrastare l'elezione di Pisapia. Non è vero: la nomina è stata ufficializzata solo pochi giorni fa. ma il nome di Scola era in ballo da parecchi mesi, ben prima che si sapesse l'esito delle elezioni di Milano.

    Silvietta, come "vicina di casa" del neo-Arcivescovo (che è davvero un pezzo da 90) potresti anche entrare in ottimi rapporti con lui. Fra l'altro, e anche qui De Capitani sbaglia, Scola non è affatto un integralista: al contrario è un esperto nel dialogo cn le diverse fedi e religione.
     
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  6. Cavaliereazzurro
     
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    Umiliate? Ragazze che andavano spontaneamente da Berlusconi e che non hanno mai avuto rapporti sessuali nemmeno a pagamento, come hanno detto anche le due che si sono costituite parte civile ( che hanno cambiato radicalmente versione dopo che è intervenuta l'avvocato dell'IDV, questo per dire il conflitto di interessi gigantesco e ributtante di questo partituncolo colluso con le toghe politicizzate).
    Il danno all'immagini glielo hanno fatto i magistrati che hanno diffuso contro la legge i loro dati personali ( irrilevanti penalmente e quindi vietato) e i giornali della sinistra a cui si sono svendute per ricattare Berlusconi.
     
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  7. sandror
     
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    AGGIORNAMENTO: la Curia di Milano, per tramite del Vicario Generale, Mons. Redaelli (tramite lettera via mail) ha intimato, ai sensi dei canoni 49-50 CDC, a De Capitani di togliere il suo "articolo" osceno e offensivo nei confronti del Card. Scola e dellla Santa Sede, sotto pena di procedimenti penali, previsti dal Diritto Canonico.
    (Dalla lettera si apprende che la Curia già precedentemente aveva richiesto al De Capitani di moderare i toni).

    Penso che per il De Capitani, se non fa retromarcia, ci siano guai in arrivo: altro è pensarla diversamente ed altro è esprimere insulti gratuiti ed immotivati nei confronti del suo nuovo Superiore gerarchico.
     
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  8. heyoka6
     
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    CITAZIONE (sandror @ 29/6/2011, 21:05) 
    Riprendo questa discussione perchè in questi giorni "don" De Capitani ha scritto parole pesantissime con gravi insulti verso l'appena nominato neo Arcivescovo Metropolita di Milano, Cardinale Angelo Scola (che ho l'onore di conoscere personalmente).

    Fra l'altro il "don" commette anche un grave errore teologico, infatti dice che Gesù verrà a "cacciar fuori a bastonate.... le escort".
    Dimenticandosi completamente che Gesù Cristo, quello vero, con le prostitute (allora non esisteva la parola "escort") era in relazioni molto amichevoli e semmai cacciava fuori i farisei.

    Mai piaciuti i preti che fanno politica! Secondo me, ma non spetta a me giudicare, tradiscono il Vangelo in maniera spudorata!
    E non faccio distinguo tra quelli di destra e quelli di sx.
    Per quanto riguarda il Sig. De Capitani, mi rifiuto di considerarlo un prete, ho avuto modo di iscrivermi al suo forum.
    In un primo tempo ho tenuto un profilo blando e i miei post venivano pubblicati anche se contestati amabilmente.
    Quando ho cominciato a contestare le PARANOIE del sig. De Capitani riportando brani del Vangelo, il PARANOICO non ha più avuto la bontà di contestarmi sul merito ma mi ha semplicemente CENSURATO, cioè NON PUBBLICATO!!
    Al chè ho scritto che io ero sinceramente interessato a confrontarMI con LUI, sulla base di quanto PREDICATO da Gesù nel Vangelo ma il Profeta Lariano non mi ha degnato nemmeno di una risposta di diniego.
    Che sia, questo metodo DeCapitaniano, il nuovo modo di evangelizzare il prossimo????
     
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    CITAZIONE (sandror @ 1/7/2011, 12:09) 
    ha intimato, ai sensi dei canoni 49-50 CDC, a De Capitani di togliere il suo "articolo" osceno e offensivo nei confronti del Card. Scola e dellla Santa Sede,

    dovrebbe essere questo

    Paradossale - che poi diventi realtà è un’altra cosa -
    è la notizia uscita prepotentemente dopo la vittoria di Pisapia
    sull’eventuale nomina a cardinale di Milano di Angelo Scola.

    Perché paradossale? Direi piuttosto grottesca,
    nel senso più deteriore del termine.

    Cosa cioè assurda, inaccettabile, ridicola,
    per le motivazioni che la sostengono.

    Ha vinto Pisapia che è di sinistra?
    - Che arrivi allora un cardinale di destra o ciellino!

    Tutto per compensare,
    per rimettere la bilancia in equilibrio.

    E questo come lo chiamate?
    Provvidenza di Dio?

    Forse sì, considerando la prassi della gerarchia vaticana,
    che ama soppesare bene le situazioni s-quilibrate,
    contrapponendo “convenientemente”
    ad una politica di Sinistra troppo marcata
    una Chiesa quasi fondamentalista
    anche se apparentemente non troppo s-facciata.

    Sto male anche al solo pensare
    che la Chiesa di Cristo faccia questi astuti calcoli,
    e li faccia soprattutto quando in ballo da difendere
    ci sono i valori cosiddetti cattolici.

    Tutto qui! E dite poco?

    Ma che è questa Chiesa, che si rifà a Cristo,
    che sembra volersi divertire di un Vangelo
    che, a leggerlo e rileggerlo nella sua radicalità,
    non riuscirete mai ad accomodare
    ai giochi di una diplomazia vergognosamente mondana?

    Come mai Angelo Scola, attuale patriarca di Venezia,
    fino a poco tempo uscito dalla rosa dei “papabili” a Milano,
    ora improvvisamente è tornato in pista?

    Che il suo nome, mesi fa, era apparso su qualche giornale
    non mi aveva impressionato più di tanto.
    Uno tra i numerosi, sparati in prima pagina,
    tanto per allungare un po’ la lista.
    Si era divertito perfino un vescovo milanese,
    proponendosi “spontaneamente” a mo’ di battuta,
    e quasi quasi ci aveva anche creduto,
    ma, diciamola tutta, non era la prima volta,
    tranne che nel passato il gioco riusciva
    anche per una complicità a due,
    in una specie di promozione reciproca:
    - Io ti promuovo, e poi restituiscimi il favore!

    Torniamo alle cose serie.

    Noi Chiesa di Dio parliamo tanto di Spirito santo,
    pur conoscendoLo poco,
    - forse per questo ne parliamo tanto! -,
    e non ci accorgiamo che Lo provochiamo:
    lo facciamo con quell’astuzia
    che è tipicamente della religione
    che per la sua stessa natura
    o s’inventa un suo dio, o lo manipola,
    strumentalizzandolo per i suoi stessi fini.

    Anche la scelta di un vescovo per una determinata diocesi
    deve rientrare in questa strumentalizzazione,
    ovvero quel vescovo “opportunamente” scelto
    deve mettere la sua diocesi al servizio della religione.

    È chiaro che non sempre
    le ciambelle riescono col buco:
    talora si verifica l’imprevedibile, la sorpresa.

    Un brutto scherzo dello Spirito!

    Quando si tratta di una grande diocesi
    - non me ne vogliano le più piccole! -
    allora i calcoli “umani” toccano il picco più alto,
    e s’invoca sì lo Spirito santo,
    ma perché dia una mano a scegliere
    il vescovo più “opportuno”.

    Io non ci sto:
    mi sento ribollire dentro tutta la mia disapprovazione,
    la mia repulsione ad una gerarchia
    che è prioritariamente preoccupata
    di salvare la struttura di una religione,
    bloccando preventivamente ogni apertura,
    e, nel caso in cui si verificasse lo scherzo dello Spirito,
    isolando il Profeta con un discredito diretto o indiretto.

    No, non vorrei che la Chiesa di Cristo
    vivesse di spinte “provvidenziali” dello Spirito:
    vorrei invece che l’azione dello Spirito
    scandisse “ordinariamente” il passo della Chiesa.

    Soprattutto con gli ultimi due cardinali
    la Diocesi di Milano ha preso il passo giusto,
    e, se c’era un problema, questo non era il cardinale,
    casomai il clero ambrosiano, e di conseguenza il popolo di Dio.

    Per questo, non lascerei la nomina del vescovo
    nelle mani del clero o delle comunità.
    Preferisco rischiare:
    è più facile che lo Spirito illumini il Papa,
    troverebbe ostacoli quasi insormontabili
    quando di mezzo ci sono i preti e i laici.

    Siamo in attesa:
    fra qualche giorno sapremo il nome
    del nuovo vescovo di Milano.

    O ci spero.
    Spero che arrivi un vescovo
    che sia appassionato di Umanità.

    Papa Paolo VI, già arcivescovo di Milano,
    nel suo famoso discorso alle Nazioni Unite (4 ottobre del 1965)
    si era presentato come “esperto in umanità”.

    Quale sogno!
    Un cardinale che nel suo primo discorso alla Diocesi
    dovesse dire:
    “Sono qui con voi come esperto in Umanità!”.

    So che la parola “esperto” sarebbe magari fuori posto,
    ma, intesa correttamente così come l’aveva intesa Paolo VI,
    - rappresentava una Chiesa in quanto “esperta in Umanità” –
    metterebbe i brividi!

    Esperti in Umanità non significa esperti di civiltà,
    portatori di una civiltà superiore,
    ma dell’Umanesimo integrale.

    L’ha detto Paolo VI:
    «Tutto ciò che è umano ci riguarda. Noi abbiamo in comune con tutta l’umanità la natura, cioè la vita, con tutti i suoi doni, con tutti i suoi problemi. Siamo pronti a condividere questa prima universalità. Dovunque è l’uomo in cerca di comprendere se stesso e il mondo, noi possiamo comunicare con lui… non siamo la civiltà, ma fautori di essa».

    Un ciellino potrebbe capire queste cose?

    Forse ultimamente sto scrivendo troppo,
    ma non posso non scrivere ciò che provo dentro,
    e ciò che vorrei esprimere con tutta l’anima
    e con la passionalità di una parola che vibra
    come una gran cassa colpita anche con rabbia.

    La Diocesi milanese sta vivendo momenti di attesa
    con la stessa ansia che ha vissuto la città di Milano
    nelle ultime elezioni amministrazioni?

    Per riavere la città di Milano
    per giorni e giorni qualcosa stava bollendo,
    e aumentava la voglia di un radicale cambiamento:
    tutto nell’incertezza dell’esito finale.

    C’è stato un grande risveglio, finalmente,
    per la Politica!

    Non mi sembra di vivere gli stessi timori e ansie
    in attesa del nuovo Cardinale.
    Probabilmente è solo una mia impressione,
    ma ogni trepidazione vuole i suoi istinti,
    e gli istinti non creano quella risonanza
    che forse un evento di tale importanza richiederebbe.

    Eppure siamo in un momento di trapasso ecclesiale
    che non si riduce solo al cambio di un nome.
    Il nuovo Vescovo dovrà prendere coscienza
    che la Diocesi milanese richiederà un salto di qualità.
    Quando penso alla mia Diocesi
    ristrutturata in una lunga serie di Comunità pastorali
    - più parrocchie riunite sotto la responsabilità
    di un unico parroco -
    le mie riserve non riguardano solo la Comunità in sé
    (è una necessità biologica, certo, lo si dice anche,
    ma già dire necessità pone forti dubbi sulla sua validità),
    ma anche e soprattutto la poca chiarezza
    con cui si costituiscono le varie Comunità pastorali,
    e il loro modo di conduzione pastorale.

    Sembra che, messe insieme più parrocchie,
    scelto il nuovo responsabile,
    tutto debba procedere come se l’unica preoccupazione
    fosse quella di organizzare perfettamente
    orari delle Messe e attività delle varie parrocchie
    che naturalmente dovranno sacrificare qualcosa
    per il bene della Comunità pastorale.

    Ma non è questo il vero problema:
    più parrocchie riunite insieme non pongono solo
    diverse scelte di tipo organizzativo

    - sembra quasi che la cosa prioritaria consista
    nel far girare a turno (“turnare”) i preti collaboratori
    per la celebrazione delle Messe nelle varie parrocchie,
    per evitare che la gente si attacchi al prete residente,
    in nome della supremazia dell’unico responsabile che è il parroco,
    ma si dimenticano e si trascurano aspetti quali:
    un punto costante di riferimento col prete del posto
    e soprattutto l’omelia festiva che esige una certa continuità,
    soprattutto oggi che la gente ha bisogno di una Parola
    che incida profondamente sulla propria esistenza
    e non ha altre occasioni se non quella della Messa festiva -

    ma, se manca un Progetto pastorale di fondo,
    a che serve una riorganizzazione anche perfetta?

    La Comunità pastorale, più che l’insieme di più parrocchie,
    è, come direbbe Tonino Bello, “convivialità delle differenze”
    sul modello del Mistero Trinitario e dei 4 Vangeli:
    ogni parrocchia ha una propria identità,
    che è differente dall’altra che anch’essa ha una propria identità.
    Il che comporta non una pastorale che omologa,
    in nome di una unitarietà fatta passare
    come ideale da perseguire,
    ma esige una elevata visuale d’insieme
    che rispetti e rivaluti il meglio di ciascuna parrocchia.

    Comunque, non vorrei confondere le cose:
    la Comunità pastorale non è la somma di singole parrocchie,
    e neppure la somma del meglio di ciascuna:

    si tratta di inventare una “nuova” pastorale
    e per Novità intendo quella finalmente evangelica.

    L’occasione della costituzione di queste Comunità pastorali
    poteva essere veramente provvidenziale,
    ma così non è stato, e non vedo neppure un minimo tentativo
    per abbozzare una nuova pastorale, appunto quella evangelica.

    Tutto come prima, peggio di prima:
    le difficoltà si sono moltiplicate, se non quadruplicate;
    in più: incomprensioni, scontri, crisi…
    da superare - è l’invito pressante dei superiori -
    per il bene della Comunità pastorale.
    E quale bene?
    Tacere e obbedire anche quando l’impostazione pastorale
    non fa che bloccare, chiudere, inibire il respiro dell’Umanità?

    Là dove tutto sembra tranquillo
    non è a dire che si sia raggiunto l’ideale:
    no, solo che si è trovato un modus vivendi
    di convivenza conveniente
    che però, con l’andare del tempo, produrrà frutti amari.

    Non da oggi sto dicendo ciò che penso sulla nuova pastorale
    di una Chiesa che, se dovesse prendere coscienza del Vangelo,
    prima di fare altri passi di restaurazione di tipo strutturale
    ci penserebbe non dico due ma cento mille volte,
    invece sembra che ci si preoccupi di riorganizzare la Diocesi
    in attesa di tempi di vacche magre,
    quando cioè si verificherà un calo impressionante di vocazioni,
    senza più la possibilità di coprire le numerose parrocchie
    che oggi hanno ancora la fortuna di avere un loro prete.

    Che fare?

    - Accorpiamo già ora le parrocchie,
    e prepariamo i fedeli a fare a meno del “loro” parroco,
    facendo collaborare i laici più attivamente
    nella parte organizzativa, educativa, catechetica
    e anche nella parte direttiva della Comunità.

    A me il discorso può anche star bene
    (con tutte le dovute riserve
    sulla tempestività e sui metodi di tale riorganizzazione),
    ma forse bisognava aspettare di più,
    preparando nel frattempo i futuri parroci delle Comunità nascenti:

    fare il parroco di una parrocchia sola non è la stessa cosa
    che fare il parroco di tre o quattro parrocchie,
    tanto più che ogni parrocchia ha una propria identità,
    tanto più che si richiede maggiore discrezionalità,
    quel saper attendere che è tipico dell’uomo prudente e saggio,
    quel saper paternamente collaborare con gli altri sacerdoti,
    quel saper conciliare le direttive che scendono dall’alto
    con la realtà locale che non è codificabile…

    Questo non è stato fatto, e questo ha generato
    e sta generando numerosi inconvenienti.

    Perché nascondere le cose?

    Non si può agire sempre per tentativi,
    disfare le strutture senza un piano ben preciso,
    fidarsi della buona sorte o della persona giusta
    che, in certi casi, riesce sempre a tamponare le falle.

    Ma insisto fino alla noia:
    ciò che è mancato, e tuttora manca,
    è la visuale di fondo di una pastorale
    che vada oltre l’immediato,
    ovvero oltre quella conduzione pastorale
    che non regge più, è fuori della società contemporanea
    perché è chiusa entro una concezione tipica di una religione
    che, se poteva andar bene tempi addietro - ma ne dubito! -
    ora si sta rivelando fallimentare su tutti i fronti,

    e il motivo è uno solo:
    Il cristianesimo è il Cristo incarnato,
    perciò è umanesimo integrale,
    consiste nel ridare all’Umanità il suo volto originario,
    è apertura a tutto ciò che è umano
    a partire dalla persona, e la persona è socialità,
    il cristianesimo non è la Chiesa- struttura,
    il cristianesimo non è religione.

    Qui sta l’equivoco di fondo,
    qui sta la causa del nostro fallimento come cristiani,
    il vero motivo per cui contesto in toto una pastorale
    ancora bloccata entro un mondo prettamente “religioso”.

    Il cristianesimo doveva far crollare barriere, schemi mentali,
    pregiudizi, ideologie, sistemi e strutture che da secoli
    avevano ridotto la società ad una macchina,
    da far funzionare secondo norme e leggi meccaniche.

    E invece…
    si continua caparbiamente a pretendere
    che la macchina funzioni secondo determinati ritmi,
    secondo uno schema dell’essere umano
    che stabilisce chi è normale e chi non lo è,
    che l’amore entri nell’ingranaggio della macchina,
    il tutto per l’ordine e la funzionalità della macchina.

    Da secoli si va avanti così,
    e la Chiesa non cede neppure sulle cose più assurde
    - vedi preservativo, ad esempio –
    è ferma ad una concezione talora dis-umana della vita
    stabilendone gli inizi e la fine,
    chiude un occhio sulla guerra e sulla violenza di stato
    e fa dell’aborto il più grosso crimine dell’umanità,
    predica da dio sull’amore e lo rende un inferno per i preti,
    è irremovibile sul celibato e ha taciuto per secoli sulla pedofilia,
    predica la povertà e si fa inculare dal Porco riccone,
    fa dell’obbedienza una delle virtù più sacre
    per salvare l’ordine costituito,
    e poi impone l’obiezione di coscienza
    per salvare la “sua” morale.

    Forse ai preti moderni queste cose non interessano,
    o forse le ritengono così scontate
    che non se ne pongono nemmeno il problema.
    E continuano sulla strada di una religione appunto scontata,
    senza nemmeno avere il dubbio se non sia giunto il momento
    di confrontarsi col Vangelo radicale,
    che proprio per questo difficilmente è lo stesso
    di quello predicato dalla Chiesa istituzionale.

    Cose fa dare, da rifare, cose da colorare diversamente,
    cose da incartare per farle sembrare più accattivanti,
    ma la Sorpresa non c’è, non è possibile:

    dentro, nel pacco, c’è solo e ancora religione,
    con tutto quello che ne comporta:
    ambienti parrocchiali deserti, chiese vuote o quasi,
    sacramenti solo riti esteriori, ragazzi sbandati,
    ma, nonostante questo, si continua a proporre
    una pastorale di tipo prettamente religioso.

    Ciò che da tempo propongo e non mi stanco di proporre
    non è una alternativa perché, per necessità di cose,
    bisogna tentarle tutte, e allora…

    No, non è un nuovo tentativo di uscire dalla crisi,
    ciò che propongo è l’unica strada di salvezza,
    che doveva essere già percorsa fin dall’inizio,
    e non abbandonata nei secoli:

    la Chiesa, sì la Chiesa ha senso solo se apre all’Umanità.
    Questa è la sua finalità!

    La Chiesa non è un fine, è solo un mezzo
    per arrivare all’Umanità.

    Se la Chiesa non porta all’Umanità
    tradisce Cristo stesso, e di conseguenza il cristianesimo.

    Già nel mio piccolo devo agire da Umano!
    E devo educare ad essere Umani!

    Questo è il mio compito di cristiano,
    questo è il compito di una comunità che si dice cristiana,
    così deve essere impostata una Comunità pastorale.

    In questo senso parlo di una “nuova” pastorale,
    nuova non nel senso che è una scoperta di oggi,
    ma per Novità - lo ripeto per l’ennesima volta -
    intendo il Vangelo radicale.

    Il nuovo cardinale di Milano saprà inculcarci l’idea
    - diciamo almeno qualche dubbio -
    che non basta riorganizzare una Diocesi
    se poi si continua in una concezione religiosa
    che ci trascinerà nel baratro di un disumanizzazione sociale
    di cui stiamo già vedendo e pagando alcuni sintomi?

    NotaBene.
    Penso di avere il diritto e il dovere di scrivere anche di cose che a prima vista potrebbero sembrare da addetti ai lavori, ovvero riservate al clero e alle comunità cristiane più impegnate, ma ritengo anche che sia un dovere di tutti, cristiani praticanti e non strettamente praticanti, conoscere ciò che sta succedendo nella Chiesa, anche perché ciò che sogno è una Chiesa aperta sull’Umanità, e tutti, credenti e non credenti, facciamo parte dell’Umanità.





    CITAZIONE (sandror @ 1/7/2011, 12:09) 
    AGGIORNAMENTO: la Curia di Milano, per tramite del Vicario Generale, Mons. Redaelli (tramite lettera via mail) ha intimato, ai sensi dei canoni 49-50 CDC, a De Capitani di togliere il suo "articolo" osceno e offensivo nei confronti del Card. Scola e dellla Santa Sede, sotto pena di procedimenti penali, previsti dal Diritto Canonico.
    (Dalla lettera si apprende che la Curia già precedentemente aveva richiesto al De Capitani di moderare i toni).

    ecco l'email

    precetto20pen

     
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  10. sandror
     
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    Ripeto, quello di De Capitani è opportunismo: del Cardinale Scola a Milano se ne parlava da mesi, da ben prima che si sapesse che Pisapia sarebbe diventato Sindaco.

    La nomina del nuovo Arcivescovo Metropolita di Milano, per raggiunti limiti di età del predecessore, è una questione totalmente indipendente da quella dell'elezione del Sindaco. La Chiesa, per sua natura, NON E' DEMOCRATICA e non lo sarà mai: la sua forma di governo, piaccia o non piaccia, è quella della MONARCHIA ASSOLUTA per cui, anche se sono previste consultazioni a vari livelli, la decisione finale la prende sempre e solo il Papa.

    Senza contare una cosa: la "pastorale" di questo ed altri preti ha svuotato le chiese... con gioia di qualcuno e con tristezza di molti, fra cui io.
    Altro che dongiorgio... per riempire le chiese e salvare le anime (e quando possibile anche i corpi) ci vuole gente del calibro del Santo Curato d'Ars!!!
     
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  11. heyoka6
     
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    CITAZIONE (sandror @ 1/7/2011, 22:27) 
    Ripeto, quello di De Capitani è opportunismo: del Cardinale Scola a Milano se ne parlava da mesi, da ben prima che si sapesse che Pisapia sarebbe diventato Sindaco.
    Mi dispiace Sandror, ma credo che De Capitani può essere tutto quello che vuoi, ma non certo un' opportunista!
    Quello, almeno per me, è un PARANOICO allo stadio massimo!
    E solo la misericordia dei vertici ecclesiastici ha potuto sopportare fin quì, quel povero prete che ha perso l' uso minimo della ragione!
    Ma un Paranoico è comunque il contrario dell' opportunista.
    Ognuno di noi poi, può scegliere quale delle due patologie sia la peggiore !


    La nomina del nuovo Arcivescovo Metropolita di Milano, per raggiunti limiti di età del predecessore, è una questione totalmente indipendente da quella dell'elezione del Sindaco. La Chiesa, per sua natura, NON E' DEMOCRATICA e non lo sarà mai: la sua forma di governo, piaccia o non piaccia, è quella della MONARCHIA ASSOLUTA per cui, anche se sono previste consultazioni a vari livelli, la decisione finale la prende sempre e solo il Papa.
    E questo, A PENSARCI BENE, comincia a mettermi il sospetto che, a conti BEN fatti, sarebbe in fondo la soluzione democratica meno "PEGGIORE", se venisse adottata nche per questa nostr italietta PARANOICA!!!
    Fosse anche un Monarca assoluto Komunista fino all' osso!!!


    Senza contare una cosa: la "pastorale" di questo ed altri preti ha svuotato le chiese... con gioia di qualcuno e con tristezza di molti, fra cui io.
    Altro che dongiorgio... per riempire le chiese e salvare le anime (e quando possibile anche i corpi) ci vuole gente del calibro del Santo Curato d'Ars!!!
    Parole SANTE, Sandror!!!!



    Edited by heyoka6 - 3/7/2011, 23:02
     
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    discussione molto interessante !! bene , condivido sandror , heyoka6 e cavaliere azzurro .. grazie !!
     
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  13. giampieros
     
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    CITAZIONE (CiaoSilvia @ 29/7/2009, 20:19) 
    Padre De Capitani, parroco della diocesi di Lecco

    www.dongiorgio.it/


    Padre De Capitani su Silvio Berlusconi: A me rincresce solo una cosa: che i futuri scolari saranno costretti a ricordare un Coglione che ha sporcato le pagine più belle della storia italiana. È da voi, care donne, che deve partire la rivoluzione. Una grande rivoluzione. Una rivoluzione violenta allo stesso modo con cui siete state finora violentate nella vostra più sacrosanta dignità.

    ascoltatelo tutto :pk:

    (FILE:www.youtube.com/v/dmLkyV8yeBo&hl=it&fs=1&rel=0)


    Con tutti i difetti che ha, io sono contento di vivere in un Paese dove chiunque puo' dare del "coglione" al Presidente del Consiglio. Non sono molti i Paesi dove lo si puo' fare, anche considerando le sole democrazie.
    L'incitamento alla rivoluzione violenta, quello sarebbe un reato, ma il buon senso suggerisce che son parole dette "tanto per dire": onestamente non ce lo vedo un anziano prete alla testa delle pie donne di Monte di Rovagnate che fanno una rivoluzione violenta armi in pugno!
    Inviterei sommessamente tutti coloro che vedono una dittatura strisciante nel nostro Paese a riflettere un attimo prima di dire scemenze.
     
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  14. heyoka6
     
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    CITAZIONE (giampieros @ 24/10/2011, 19:00) 
    CITAZIONE (CiaoSilvia @ 29/7/2009, 20:19) 
    Padre De Capitani, parroco della diocesi di Lecco

    www.dongiorgio.it/


    Padre De Capitani su Silvio Berlusconi: A me rincresce solo una cosa: che i futuri scolari saranno costretti a ricordare un Coglione che ha sporcato le pagine più belle della storia italiana. È da voi, care donne, che deve partire la rivoluzione. Una grande rivoluzione. Una rivoluzione violenta allo stesso modo con cui siete state finora violentate nella vostra più sacrosanta dignità.

    ascoltatelo tutto :pk:

    (FILE:www.youtube.com/v/dmLkyV8yeBo&hl=it&fs=1&rel=0)


    Con tutti i difetti che ha, io sono contento di vivere in un Paese dove chiunque puo' dare del "coglione" al Presidente del Consiglio. Non sono molti i Paesi dove lo si puo' fare, anche considerando le sole democrazie.
    Sono SPESSISSIMO d' accorto, con te, Giampieros; e lo sono anche su
    questo!!!!


    L'incitamento alla rivoluzione violenta, quello sarebbe un reato, ma il buon senso suggerisce che son parole dette "tanto per dire": onestamente non ce lo vedo un anziano prete alla testa delle pie donne di Monte di Rovagnate che fanno una rivoluzione violenta armi in pugno!
    <io infatti di Lui ho detto:
    i>Quello, almeno per me, è un PARANOICO allo stadio massimo!
    E solo la misericordia dei vertici ecclesiastici ha potuto sopportare fin quì, quel povero prete che ha perso l' uso minimo della ragione!
    Ma un Paranoico è comunque il contrario dell' opportunista.


    Inviterei sommessamente tutti coloro che vedono una dittatura strisciante nel nostro Paese a riflettere un attimo prima di dire scemenze.
    Compresa quella di dare credito ad un povero prete che ha perso il barlume della ragione.
    Dovremmo imparare TUTTI dalle Gerarchie di SRC!!!

     
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  15. NasterBlaster
     
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    Il Prete di Silvia è tornato a dire la sua, questa volta su Grilllo

    Adesso mi avete rotto veramente le palle! https://www.youtube.com/watch?v=ROLK_RUBCSg...y15OsTjj2yvPMFg


    E sul resto della politica.
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