Contagion

scene di pandemia

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    CITAZIONE (Charlie-Myannij @ 18/3/2020, 14:45) 
    CITAZIONE (Lupin 3° @ 18/3/2020, 14:21) 
    E che c'entrano le armi e la carta igienica col virus?:dub:

    In periodi di instabilità politica e situazioni di emergenza tradizionalmente il mercato delle armi negli States cresce sempre di più, probabilmente perchè han paura che il governo inizi a vietare la vendita, con lo stesso principio il mercato sale subito dopo che ci son casi di sparatoria di massa.

    Che pazzi! :plam:
     
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    E tanti di questi prodotti son fabbricati in Cina, giubbotti armi stesse e altri oggetti che si trovano in armeria.
     
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    eh beh, sa mai che sparare al virus che vaga nell'ambiente...ne becchi qualcuno e l'epidemia diventi meno contagiosa
    o magari si prende paura e scappa via...
     
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    CITAZIONE (geminiano @ 18/3/2020, 15:10) 
    eh beh, sa mai che sparare al virus che vaga nell'ambiente...ne becchi qualcuno e l'epidemia diventi meno contagiosa
    o magari si prende paura e scappa via...

    Sicuramente nelle aree contagiate qualcuno ne becchi visto che ce ne saranno un miliardino a metro cubo... :D
     
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    CITAZIONE (Nozomi © @ 15/3/2020, 10:40) 
    Per dimostrare che non sono una sòla come Marcovid 19 vi posto un buon film giapponese, ULTIMO RIFUGIO ANTARTIDE, in chiaro (si trova su YouTube).
    Anche questo parla di un'epidemia. Non è malaccio, gli attori sono quasi tutti occidentali.

    Una curiosità, un piccolo spoiler:
    nel film il virus viene...dall'ItaliaD:

    www.youtube.com/watch?v=f6MeOvgmqYo

    Il sòla l'ha visto.😒
    Non male, piuttosto apocalittico. Da notare l'origine artificiale del virus MM88 del film.
    Peccato però che l'audio in alcune parti, anche piuttosto ampie, sia sfasato e riporti la parte iniziale del film mentre il film avanza.😓
     
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    virus letale


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    Coronavirus, il film Contagion aveva previsto la pandemia

    Gwyneth Paltrow l'ha subito pensato: «Ho già vissuto questo film», scriveva poche settimane fa su Instagram, postandosi con una mascherina in viso. E ha ragione. Era il 2011, Contagion usciva al cinema con un super cast (oltre a lei, Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Kate Winslet e Bryan Cranston) anche se, in verità, con polveri bagnate: tanta coralità e poche emozioni, storia non molto appassionante, svolgimento abbastanza superficiale. Ma oggi che il nuovo Coronavirus sta facendo la nostra Storia, Contagion, il film di Steven Soderbergh, assume connotati diversi, per certi versi appassionanti. Sono molte, infatti, le analogie che presenta con la pandemia da Covid-19 ora in corso.

    Lo sceneggiatore di Contagion, Scott Z. Burns, intervistato recentemente per capire come abbia fatto a prevedere una pandemia così simile a quella attuale, ha detto: «Gli scienziati con cui ho parlato all'epoca, e ce n'erano molti, avevano detto tutti che si trattava di capire quando ciò che accade nel film sarebbe successo nella realtà, non se prima o poi sarebbe successo».

    Ecco le analogie tra Contagion e l'attuale pandemia da nuovo Coronavirus. E le principali differenze.

    Le origini cinesi
    In Contagion il paziente zero è interpretato da Gwyneth Paltrow, che nel film se la passa davvero male: muore dopo appena 48 ore tra le convulsioni, in ospedale. Contrae il virus, chiamato MEV-1, a Hong Kong.
    Anche il Coronavirus sembra aver avuto origine in Cina, a Wuhan.
    Nel film l'epidemiologa dell'Oms Leonora Orantes, interpretata da Marion Cotillard, si reca in Cina per cercare l'origine del virus e incontra non poche resistenze. Nella realtà, similmente, il governo cinese sembra aver avuto all'inizio diverse reticenze; ha confermato l'infezione da uomo a uomo solo a metà gennaio 2020.

    Il virus deriva dagli animali
    In Contagion la dottoressa Ally Hextall (Jennifer Ehle) dice: «In qualche parte del mondo, il pipistrello sbagliato ha incontrato il maiale sbagliato». MEV-1 nasce infatti da un incrocio di virus tra pipistrelli e suini.
    Qualcosa di simile sarebbe, nella realtà, alla base del nuovo Coronavirus, che troverebbe le sue origini nei coronavirus dei pipistrelli (al momento considerati i "parenti" più stretti di SarsCoV2, il virus che causa Covid-19) o in quelli dei pangolini, piccoli mammiferi corazzati.

    Si trasmette con il contatto
    «Una persona si tocca il viso in media da 3 a 5 volte al minuto, nel frattempo tocca maniglie, rubinetti e altre persone», dice la dottoressa Erin Mears (Kate Winslet) in Contagion. Il MEV-1 della finzione si trasmette come il nuovo Coronavirus tramite il contatto. Il primo contagio, nel film, si verifica quando a Hong Kong lo chef che ha appena lavorato un maiale contaminato stringe la mano a Beth (Paltrow). E da lì il contagio corre veloce, di continente in continente.
    Nella vita reale, il Coronavirus che sta contagiando tutto il pianeta è trasmesso attraverso il contatto fisico e può essere trasmesso anche da superfici di oggetti quotidiani che contengano goccioline di virus.

    La distanza sociale
    Nel film risuona il monito: «Non toccare nessuno, non parlare con nessuno, sta' lontano da tutti». In Contagion, così come oggi nella pandemia in corso, la distanza sociale diventa molto importante per contenere il contagio.

    Chiunque può essere infettato, anche medici e specialisti
    In Contagion contrae la malattia la stessa dottoressa Mears (Winslet), incaricata di organizzare siti dove stazionare gli infetti. E muore.
    Purtroppo sono diversi i medici e gli operatori sanitari in prima linea nella battaglia al nuovo Coronavirus oggi contagiati. In Italia al momento sono 31 i medici morti, oltre 5 mila gli operatori sanitari contagiati.

    Le differenze
    Nel film, il virus ha un periodo di incubazione molto breve. In 48 ore il paziente zero si è infettato ed è morto. Nella realtà il tempo di incubazione è più lungo: varia tra 2 e 11 giorni, fino a un massimo di 14 giorni.

    In Contagion il tasso di letalità è molto più alto rispetto alla realtà, è quasi del 20%. Con Covid-19, secondo l'Oms, la letalità globale è al 3,4%.

    Anche i sintomi sono completamente diversi.

    Il finale: il vaccino
    Alla fine di Contagion, mentre il virus continua a diffondersi, la dottoressa Hextall testa il vaccino per MEV-1 su se stessa. Fortunatamente, il vaccino ha successo. Tuttavia, alle spalle, nel film, ci sono oltre 26 milioni di persone morte in tutto il mondo, cifra che speriamo distante anni luce dalla nostra realtà.
    Oggi contiamo oltre 21 mila morti a livello mondiale. E la Cina, intanto, sembra sia riuscita a contenere la situazione e sta provando un graduale ritorno alla normalità. Nella corsa internazionale al vaccino, stanno per iniziare i primi test sugli uomini.


    https://www-panorama-it.cdn.ampproject.org...tagion-analogie
     
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    pure Bill Gates

    Gates ha parlato in una sessione “Ask me anything” all’interno del forum di discussione di Reddit. Alla domanda su quanto durerà l’emergenza, l’ex ceo di Microsoft ha risposto: “Se un paese fa un buon lavoro nei test e nei divieti alla socializzazione (che io chiamo shut down), penso che in 6-10 settimane dovrebbe veder diminuire i contagi ed essere in grado di riprendere le attività”.

    Gates ha sottolineato in un commento su Cnbc.com che la fase attuale presenta molti casi nei paesi ricchi; anche qui occorrono le “giuste azioni”, in particolare rispettare tenere le persone a distanza e condurre tamponi diffusi, ma ha anche avvertito che i tempi di ripresa potrebbero allungarsi a 2-3 mesi. Gates si è detto preoccupato dai danni economici, ma ancor di più dall’impatto sui paesi in via di sviluppo “che non possono implementare lo shut down come i paesi ricchi e dove le strutture sanitarie hanno una capacità molto più ridotta”.

    La profezia di Gates sulle epidemie
    Gates si sta dedicando agli investimenti e alle iniziative in ambito sanità da diversi anni tramite la fondazione no-profit che ha fondato con la moglie, la Bill and Melinda Gates Foundation. Pochi giorni fa l’imprenditore e filantropo ha annunciato l’uscita dai Cda di Microsoft, che ha co-fondato nel 1975, e di Berkshire Hathaway per occuparsi solo delle attività benefiche.

    Gates è noto per aver affermato, in un Ted Talk del 2015, che i virus possono essere una catastrofe anche peggiore di una guerra nucleare. “Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus molto contagioso e non una guerra. Non missili ma microbi“, ha detto Gates. Le sue parole oggi suonano come una funesta profezia su quanto sta accadendo col coronavirus, anche perché l’imprenditore aveva sottolineato che i paesi investono in armamenti più di quanto facciano per la sanità e non sono preparati ad affrontare eventuali epidemie.

    Ora Gates è tornato a insistere su questo punto: occorre che i paesi aumentino la loro capacità e velocità nella ricerca e produzione di farmaci e vaccini: “Le tecnologie esistono, se si fanno i giusti investimenti“, ha affermato Gates. “Le nazioni possono collaborare su questo. Noi abbiamo creato la Cepi, Coalition for Epidemic Preparedness Innovation, che ha lavorato sui vaccini, ma ha bisogno di molti più fondi per avere la capacità di produrre su vasta scala e rifornire su base mondiale”.

    La donazione di Gates per il coronavirus
    Nei giorni scorsi la Bill & Melissa Gates Foundation, insieme a Mastercard e Wellcome, ha lanciato l’iniziativa Covid-19 Therapeutics Accelerator per promuovere l’identificazione, la valutazione e lo sviluppo su larga scala di terapie per il Covid-19. A disposizione ci sono 125 milioni di dollari per trovare farmaci e prodotti biologici per il trattamento immediato dei pazienti risultati positivi al Covid-19 o ad altri agenti patogeni virali a lungo termine.

    Attualmente, infatti – si legge in una nota – non ci sono antivirali o immunoterapie disponibili per la lotta contro i patogeni emergenti e nessuno di quelli in uso è stato specificamente disegnato per il trattamento del Covid-19. I partner si sono impegnati a garantire un accesso equo alle terapie per la cura del coronavirus, compresa la messa a disposizione e l’accessibilità dei prodotti in contesti con risorse limitate.
     
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    Magari se avro del tempo nel futuro lo vedro . Forse
     
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